«Anche l’ENS (Ente Nazionale Sordi), come molti altri soggetti del non profit è costretto a sospendere la spedizione del proprio mensile d’informazione, «Parole & Segni», diffuso in oltre 30.000 copie, a causa dell’insostenibile aumento dei costi di spedizione di oltre il 500%». Lo dichiara Ida Collu, presidente dello stesso ENS, in una nota ufficiale dalla quale prendiamo atto di un’altra “vittima” mietuta dall’ormai famigerato Decreto Interministeriale del 30 marzo scorso, sùbito entrato in vigore il 1° aprile, che ha sostanzialmente abolito le tariffe postali agevolate per l’editoria.
«Si tratta – aggiunge Collu – di un provvedimento iniquo che, se da un lato penalizza fortemente l’accesso alla cultura attraverso l’editoria tradizionale, dall’altro paralizza letteralmente il Terzo Settore, che dall’informazione e dalla comunicazione a soci, sostenitori e società civile, trae la propria essenza e linfa vitale. I sordi italiani, che “sentono con gli occhi” e che solo attraverso la lettura possono accedere alle informazioni e alla cultura, vengono in questo modo penalizzati due volte: come cittadini e come disabili».
«Con grande dolore – conclude la presidente dell’ENS – siamo quindi costretti a sospendere la spedizione di una rivista che dal 1955 costituisce un fondamentale canale di informazione e integrazione per i sordi italiani e per le loro famiglie».
Del resto – come i lettori di Superando avranno potuto constatare nei giorni scorsi -pur se praticamente ignorato dalla “grande” comunicazione, quel provvedimento sta provocando una mobilitazione generale (e trasversale) da parte di quasi tutte le componenti del Terzo Settore.
«Agiremo attraverso ogni canale di azione e di comunicazione», ha dichiarato ad esempio Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore (se ne legga cliccando qui). Dal canto suo Mediacoop ha annunciato ricorsi al TAR, mentre il settimanale «Vita» ha lanciato una petizione, cui tutti possono aderire (lo si può fare cliccando qui), che ad oggi ha già raggiunto 12.657 adesioni ed è partita anche una campagna in Facebook. Ultimo, ma non ultimo, in questi giorni sono arrivate anche le prime interrogazioni parlamentari.
Da parte nostra continueremo naturalmente a seguire la delicata questione, ricordando che sempre il settimanale «Vita» (cliccando qui) mette a disposizione dei lettori un aggiornamento “minuto per minuto” della campagna di protesta contro il Decreto. (S.B.)
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