Prosegue il progetto culturale denominato Persone disabili e spettacolo, promosso dall’AIAS di Verona (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) e dalla compagnia Punto in Movimento, diretta da Roberto Totola, con la co-organizzazione dell’Assessorato ai Servizi Sociali e alla Famiglia del Comune di Verona e il patrocinio della Provincia scaligera.
L’iniziativa – di cui il nostro sito si è già occupato in passato (se ne legga ad esempio cliccando qui e qui) – ruota intorno alla partecipazione al laboratorio teatrale di persone con disabilità, che intervengono da protagoniste alla realizzazione di messe in scena apprezzate per il loro intrinseco valore artistico e non solo per la spinta all’integrazione sociale. «Non solo quindi una conquista di integrazione e inclusione sociale – spiega Massimo Cauchioli dell’AIAS di Verona -, infatti non ci accontentiamo più di questo obiettivo, avendo superato da tempo l’idea di “contesto dedicato”. Del resto non abbiamo mai creduto che il teatro riabiliti una persona disabile più di quanto ne riabiliti una normodotata. Non ci rimaneva quindi che dimostrare le potenzialità delle persone con disabilità in termini di normalità attraverso la dimostrazione del loro talento in quanto persone».
Dopo Macbeth e Delitto a Villa Roung, andrà dunque in scena in prima assoluta, sabato 24 aprile al Teatro Camploy di Verona (Via Cantarane, ore 21.15), il nuovo spettacolo intitolato Si nasce tutti pazzi… Alcuni lo restano, rispetto al quale, spiega ancora Cauchioli, «non abbiamo voluto lavorare su un unico testo, ma abbiamo preferito affrontare testi di più autori, con i rispettivi stili espressivi, letti alla luce di una riflessione elaborata dal gruppo. I partecipanti al laboratorio hanno improvvisato, singolarmente e in gruppo, utilizzando il linguaggio del corpo come spinta primaria per arrivare all’espressione e hanno lavorato rispettando le possibilità del singolo partecipante, i rispettivi limiti e tempi, utilizzati poi per concretizzare la messa in scena: e così siamo riusciti a portare sul palcoscenico ancora una volta uno spettacolo “normale”, perché realizzato davvero con il contributo fondamentale di ciascuno».
«Buon teatro a tutti – conclude Cauchioli – e, come ormai ricordiamo sempre, se gli attori non dovessero recitare bene il pubblico li dovrà fischiare, come farebbe in qualsiasi altra occasione». (S.B.)
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