Sono ben 47 le organizzazioni del Terzo Settore marchigiano che hanno promosso un appello, tramite il quale portare all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica i problemi che il sistema di welfare si trova ad affrontare.
Il documento prodotto è un vero e proprio grido d’allarme da parte di realtà associative che sono quotidianamente a contatto con situazioni di difficoltà, disagio ed emarginazione. In particolare le associazioni manifestano preoccupazione per il clima che si respira. «Un clima di insofferenza e di fastidio – si scrive – rispetto ai bisogni delle persone. Un clima pesantissimo nei confronti del diverso; insofferenza rispetto alle esigenze di chi ha bisogno di interventi e servizi».
I firmatari ricordano che ci si trova davanti a problemi complessi che «richiedono risposte che non sono a costo zero. Ma chiedono anche volontà, passioni, energie e intelligenze per cercare nuove soluzioni. Volontà, passioni, energie che facciamo sempre più fatica a rintracciare. Troviamo invece sempre più indifferenza, insofferenza e fastidio. Sempre meno ci si trova davanti a una ricerca “del come” fare fronte alle situazioni; sempre più evidente traspare il messaggio: il problema è il tuo e della tua famiglia, cercate le soluzioni. Questo può valere per persone che perdono la casa, che sono senza redditi, che non sono più in grado di farsi carico del peso dell’assistenza».
Si prosegue poi appellandosi alla necessità di «uno scatto di coraggio, di orgoglio e di fiducia. Uno scatto che riguarda tutti. Che riguarda in primo luogo le iIstituzioni. Luoghi che i cittadini tutti devono sentire come vicini, disponibili, attenti nella ricerca delle risposte. Luoghi nei quali si respira nitidamente la prospettiva del bene comune».
La seconda parte del documento si occupa specificamente dei problemi della Regione Marche, richiamando l’irrinunciabilità di autentiche politiche sociali. «Politiche – si scrive – che mettano al centro in maniera inderogabile le esigenze delle persone più deboli e più fragili. Operare in difesa del welfare significa, dunque, lavorare in una logica non corporativistica, settoriale, o peggio ancora clientelare, ma operare politiche sociali (salute, lavoro, assistenza, casa, mobilità ecc.) a tutela di tutti i cittadini e in particolare di quelli più in difficoltà».
Si chiede pertanto alla Regione Marche di farsi «promotrice di un patto tra i soggetti istituzionali, capace di non sacrificare l’area dei servizi, quei servizi dei quali molti cittadini hanno necessità per vivere».
Il documento si conclude chiedendo un’assunzione di responsabilità «che non abbia timore di mettere al centro delle politiche i soggetti più in difficoltà. Fare questo oggi è fuori moda e sembra portare pochi consensi. Si tratta di avere il coraggio delle scelte; scelte chiare e trasparenti che abbiano come orizzonte le esigenze di chi da solo non può farcela». (Gruppo Solidarietà)
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Un appello contro l'indifferenza e l'insofferenza A lanciarlo sono gli operatori di quattro organizzazioni delle Marche, chiedendo autentiche politiche sociali, ritenute «irrinunciabili». «In un clima che si respira in ogni parte del Paese - scrivono -…
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…