Il Museo della Radio e della Televisione è accessibile e merita una visita

di Stefania Leone*
In occasione delle “Giornate Europee del Patrimonio 2018”, la RAI e il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della stessa hanno organizzato per il 22 e 23 settembre un’apertura straordinaria del Museo della Radio e della Televisione di Torino, che prevede tre visite guidate dedicate alle persone con disabilità sensoriali. Il Museo, infatti, è stato progettato e allestito per essere fruibile in autonomia da persone con disabilità visiva e uditiva, grazie ad una serie di accorgimenti tattili e tecnici all’avanguardia. E una visita consente certamente un prezioso “tuffo nel passato”
Torino, Museo della Radio e della Televisione
Un angolo del Museo della Radio e della Televisione di Torino

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2018, la RAI e il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica di Torino della RAI stessa, hanno organizzato per il 22 e 23 settembre prossimi un’apertura straordinaria del Museo della Radio e della Televisione, che prevede tre visite guidate dedicate alle persone con disabilità sensoriali (ore 15 del sabato e ore 11 e 15 della domenica: è gradita la prenotazione via e-mail, all’indirizzo: ufficio.pilota@rai.it).

Inaugurato pochi mesi fa, il Museo si trova nella sede RAI di Torino in Via Verdi, 16, ed è stato progettato e allestito in modo da essere fruibile in autonomia da persone cieche, ipovedenti, sorde o ipoacusiche, grazie ad una serie di accorgimenti tattili e tecnici all’avanguardia.
Per le persone con disabilità visiva sono state allestite vetrine con audiodescrizione dettagliata degli strumenti esposti e la possibilità di toccare una decina di oggetti legati al mondo delle radiotrasmissioni del secolo scorso, sempre supportati da audiodescrizione fruibile in autonomia dal proprio smartphone.
Per le persone sorde, invece, sono presenti installazioni video, attive ventiquattr’ore su ventiquattro, con sottotitoli ed avatar che riproducono in Lingua dei Segni le descrizioni degli oggetti esposti dentro e fuori le vetrine.

Durante il periodo di progettazione e allestimento, la curatrice del Museo, Maria Mussi Bollini, ha chiesto la collaborazione di esperti delle principali Associazioni di persone con disabilità, tra cui l’ADV (Associazione Disabili Visivi), l’APRI (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti), l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), l’ENS (Ente Nazionale Sordi), l’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare), nonché dell’Università e del Politecnico di Torino e della Fondazione ASPHI (Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l’Handicap mediante l’Informatica), per effettuare con competenza le scelte tecniche più adatte anche sulla lunghezza e il livello di dettaglio delle audiodescrizioni.
Il 9 luglio scorso, il rappresentante dell’ADV Piemonte, Michele Rosso, è intervenuto in conferenza stampa dopo avere effettuato una visita guidata, confermando l’efficacia e l’accessibilità del percorso all’interno della sala, ma suggerendo anche la necessità di installare percorsi tattiloplantari LVE (Loges Vet Evolution), per il  raggiungimento della sala dall’esterno del Museo in autonomia, da parte di persone cieche con il proprio bastone bianco, che senza accompagnatore siano guidate dapprima alla mappa tattile con i dettagli della sala e quindi all’ingresso della stessa.
Anche chi scrive, in rappresentanza dell’ADV, ha avuto l’onore di un invito a una speciale visita guidata, lo scorso 8 settembre, invitando anche una piccola delegazione di Soci dell’APRI. Insieme abbiamo potuto sperimentare e verificare la fruibilità del percorso in autonomia all’interno della sala del Museo e dato alcuni suggerimenti migliorativi.
Il percorso stesso si articola su diciassette vetrine audiodescritte che circondano la sala museale su tre lati ed è possibile seguirlo con le dita, tramite una riga tattile sul vetro. All’interno di ciascuna teca sono esposti diversi strumenti di vario tipo degli anni passati, risalenti al secolo scorso e fino ai giorni nostri, utilizzati per le radiotrasmissioni e le video trasmissioni. È un percorso, quindi, che consente di fare un vero e proprio “tuffo nel passato”, come hanno detto alcuni amici presenti.
Seguendo con le dita la traccia tattile sul vetro, si individua la finestrella in cui è posizionato un QR Code che, inquadrato con la telecamera del proprio smartphone, collegato alla rete WiFi del Museo, consente di far partire l’audiodescrizione del contenuto della vetrina.
Il sistema è carino e divertente, pur risultando a volte un po’ macchinoso nel funzionamento, a causa probabilmente di riflessi luminosi che possono disturbare la telecamera. In ogni caso non è necessario scaricare alcuna app, al momento che ormai i più recenti smartphone hanno già attivo il sistema di lettura dei QR Code.

Sarebbe bellissimo poter toccare tutto, ci sono oggetti mai visti sia per competenza che per ovvie ragioni temporali, ma ciascuna vetrina è chiusa per salvaguardarne il contenuto, in quanto il museo non è presidiato, pur essendo videosorvegliato, con entrata libera dal lunedì al venerdì, che segue orari aziendali.
La particolarità, tuttavia, è che lungo il percorso sono stati scelti alcuni oggetti da poter esplorare al tatto, esposti su appositi sostegni esterni che si alternano alle vetrine ed è possibile essere guidati nell’esplorazione, sempre da una registrazione audio attivabile come già sopra descritto.
Qualche esempio: il pulsante per la generazione del codice Morse; un mezzo busto di Guglielmo Marconi; il vecchio telefono da centralino; lo “storico” telefono a parete; la possibilità di toccare e aprire una radio a valvole, anche all’interno; il microfono con il supporto circolare usato dalle “Sorelle Bandiera”; una telecamera degli Anni Ottanta; un esemplare dei primi registratori con pizza e così via.

Riteniamo che una visita sia senz’altro da consigliare, anche perché molti degli strumenti esposti nelle vetrine – tra cui le prime antenne, i primi apparecchi televisivi e radiofonici – sono noti solo ai radioamatori e ai più anziani, ma del tutto sconosciuti ai più giovani. Pertanto il Museo costituisce una ricca fonte storica, allestita in maniera lineare, che risulta comunque originale e divertente.

Non resta che ringraziare i rappresentanti del Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della RAI, il responsabile della produzione RAI di Torino e in particolare la curatrice del Museo, per il lavoro che stanno facendo e l’attenzione costante ai nostri suggerimenti.

Membro del gruppo di esperti ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) dell’EDF (European Disability Forum), con delega sulle medesime problematiche per l’ADV (Associazione Disabili Visivi), federata alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Share the Post: