Il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, nella Cappella Sansevero di Napoli, è considerato uno dei maggiori capolavori della scultura e certamente l’opera più importante della scultura napoletana del Settecento, meta di migliaia di visitatori ogni anno.
Ma allo scultore Felice Tagliaferri – cieco dall’età di 14 anni, che usa abilmente i più diversi materiali, dalla creta al marmo, dal legno alla pietra, per produrre opere che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani – nell’aprile del 2008 fu impedito di vedere a suo modo la celebre opera, ovvero proprio con le mani.
Da quel divieto è nata in Tagliaferri l’idea di realizzare una scultura tattile dal doppio significato, con una sua personale versione, il Cristo Rivelato (180x80x50 centimetri), ovvero “velato per la seconda volta” e “svelato ai non vedenti”, che possono leggere la pietra toccandola con le mani. Rendere infatti disponibile questa scultura alla fruizione tattile significa dimostrare che un blocco di pietra non può rovinarsi a causa dello sfioramento effettuato da mani esperte. Non a caso le stesse guide saranno persone non vedenti, formate da Tagliaferri.
Esposto dunque tra novembre e dicembre a Sala Bolognese, a cura del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, il Cristo Rivelato è ora a Napoli e resterà in mostra fino al 13 marzo, presso il Museo Archeologico Nazionale, nella sala accanto alla prestigiosa Collezione Farnese, con l’organizzazione dell’UNIVOC di Napoli (Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi) e dell’UIC (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) del capoluogo partenopeo, sempre in collaborazione con il Museo Omero.
«Per la prima volta questa sede – spiega Salvatore Petrucci, presidente dell’UNIVOC di Napoli -, che è uno dei primi musei archeologici costituiti in Europa tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, accoglie una nuova forma d’arte a forte valenza sociale. Per noi sarà una nuova, bella esperienza, dopo quella assai positiva vissuta tre anni fa, sempre insieme al Museo Omero, con la rassegna Toccare l’arte “Vedere con le mani” [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]».
L’inaugurazione del 26 febbraio si è aperta con il convegno sull’accessibilità e la fruibilità del patrimonio artistico-culturale del territorio, denominato L’arte è uguale per tutti. Vi sono intervenuti Roberto Farroni e Aldo Grassini, rispettivamente presidente e fondatore del Museo Omero, Giampiero Griffo, responsabile della Sezione sulle Diversità della Biblioteca Nazionale di Napoli, Loretta Secchi, curatrice e responsabile del Museo Tattile di Pittura Antica e Moderna “Anteros” di Bologna, Marco De Gemmis del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e Annalisa Porzio, responsabile del Servizio Educativo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Napoli e Provincia. (S.B.)