La FISH contro la cultura dello stigma

«Al di là di alcune eclatanti evidenze - si scrive in una nota della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) - lo stigma, il pregiudizio, la violenza, la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità vengono rilevati quotidianamente da fatti di cronaca, da segnalazioni, da denunce penali, da interventi della pubblica sicurezza. Sono fenomeni del tutto simili, nei meccanismi e nelle forme, al razzismo e alla xenofobia e si tratta di fatti circostanziati sui quali non è più sufficiente esprimere riprovazione o condanna, ma è necessario un cambiamento culturale, di linguaggi e di attenzioni che necessità della convinta adesione di ognuno e in particolare degli organi d'informazione e di tutti gli esponenti politici». Per questo la Federazione sta per avviare alcune azioni per evidenziare lo stigma, a partire da un appello formale alle più alte cariche dello Stato, per continuare con altrettanti appelli ai direttori delle principali testate giornalistiche e televisive

Dito puntato in primo piano. Sullo sfondo viso sfuocato di uomoUno dei primi atti del rinnovato Consiglio Direttivo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), riunitosi a Roma il 16 aprile scorso, è la drammatica presa d’atto di una preoccupante escalation di fenomeni di stigma negativo nei confronti delle persone con disabilità, ciò che trova espressioni evidenti e palesi – come le recenti contestazioni alla deputata con disabilità Ileana Argentin, nel corso di un dibattito parlamentare (se ne legga nel nostro sito cliccando qui) -, ma che gode anche di eco mediatiche e roboanti, come la campagna contro i “falsi invalidi”, che ha portato tra l’altro alle offensive generalizzazioni della rivista «Panorama», configurando la pericolosa equazione di “invalido = scroccone” (se ne legga nel nostro sito ad esempio cliccando qui, con l’elenco in calce di tutti i precedenti articoli da noi pubblicati su tale questione).

«Al di là di queste più eclatanti evidenze – si scrive in una nota della Federazione – lo stigma, il pregiudizio, la violenza, la discriminazione vengono rilevati quotidianamente da fatti di cronaca, da segnalazioni, da denunce penali, da interventi della pubblica sicurezza. Sono fenomeni del tutto simili, nei meccanismi e nelle forme, al razzismo e alla xenofobia e si tratta di fatti circostanziati sui quali non è più sufficiente esprimere riprovazione o condanna, ma è necessario un cambiamento culturale, di linguaggi e di attenzioni che necessità della convinta adesione di ognuno e in particolare degli organi d’informazione e di tutti gli esponenti politici».
«La FISH – dichiarato il presidente Pietro Barbieri – pone il contrasto allo stigma negativo e alla conseguente discriminazione come pregiudiziale e prioritario addirittura rispetto alle più generali e necessarie politiche di inclusione e sostegno».
In tal senso, quindi, verranno attuate nell’immediato alcune azioni per evidenziare lo stigma: «Inizieremo – prosegue Barbieri – con un appello formale alle più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera, quali garanti dei principi costituzionali su cui si fondano gli incomprimibili diritti di ogni Cittadino. Seguiranno altrettanti appelli ai direttori delle principali testate giornalistiche e televisive, perché i media svolgono una delicatissima funzione nei confronti del comune sentire, che va oltre la mera informazione. Vogliamo riannodare un dialogo il cui affievolimento ha troppo spesso lasciato spazio a generalizzazioni, scandalismi e pregiudizi».

«Sarà un impegno – conclude la nota della FISH – tutt’altro che semplice e breve: si tratta infatti di intervenire su atteggiamenti culturali difficili da modificare nell’immediato». (S.B.)

Ufficio Stampa FISH, tel. 06 78851262, ufficiostampa@fishonlus.it.
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