Alla fine della seconda settimana di lavoro della settima sessione del Comitato Ad Hoc, dopo un paio di giorni di rallentamento dovuti a una certa difficoltà di sintesi e di concretezza, le attività – al Quartier Generale dell’ONU – sono riprese con le stesse modalità che avevano caratterizzato il primo periodo, vale a dire in modo diretto e senza troppe esitazioni.
E così, giovedì 26 gennaio si è potuto continuare con il confronto sull’articolo 27 – dedicato al lavoro e all’occupazione – in relazione al quale alcune delegazioni hanno avanzato proposte diverse, pur offrendo un generale sostegno al testo presentato dal presidente del Comitato, l’ambasciatore Don MacKay.
In particolare, alla ripresa delle discussioni sono stati i rappresentanti israeliani a prendere la parola e a inserirsi nel confronto, proponendo di intervenire sul testo dell’articolo dando più incisività a certi aspetti – anche tramite un diverso linguaggio – e soprattutto introducendo un esplicito riferimento a «forme alternative di occupazione», intendendo con questo richiamare l’attenzione sui cosiddetti “laboratori protetti” (sheltered workshops).
Un’idea, questa, alla quale hanno replicato in molti, tra cui lo stesso International Disability Caucus (IDC), che ha espresso in merito le proprie perplessità.
Concluso il dibattito sul lavoro, si è passati a trattare l’articolo 28, riguardante un’adeguato standard di vita e la protezione sociale.
Qui le negoziazioni sono state piuttosto rapide, portando ad una sostanziale proposta di mantenimento del testo elaborato da MacKay.
La fase più delicata della giornata si è rivelata però quella successiva, quando già sembrava che anche il confronto informale sull’articolo 29 (partecipazione politica) sarebbe stato rapido e senza grosse obiezioni. Invece, proprio sul filo di lana, alcune delegazioni hanno cercato di far cancellare la parte di testo dell’articolo che prevede – anche per le persone con disabilità – il diritto di votare a scrutinio segreto.
E tuttavia il fermo intervento contro questo tentativo – portato avanti da parte della delegazione statunitense – si è basato sul fatto che una simile omissione toglierebbe alle persone con disabilità un diritto politico di cui già godono, in virtù della legislazione sui diritti umani. Questo ha fatto sì che si potesse passare velocemente al successivo articolo 30 (partecipazione alla vita culturale, ricreazione, sport e svago) che è stato però solo introdotto e rimandato alla giornata successiva.
Prima dei lavori veri e propri, venerdì 27 gennaio è iniziato con un momento particolarmente significativo per la Convenzione e per tutte le attività e i processi ad essa collegati: il benvenuto di Louise Arbour, Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, che per la prima volta si è rivolta direttamente al Comitato Ad Hoc.
Si è trattato di una giornata nella quale, come ha dichiarato il DPI (Disabled Peoples’ International) in una nota ufficiale, «i diritti delle persone con disabilità sono stati al centro dell’agenda internazionale dei diritti umani».
Tornando all’articolo 30, anche qui il confronto ha portato ad un’approvazione sostanziale della bozza di Don MacKay, condivisa da tutte le delegazioni.
Solo un elemento ha creato qualche difficoltà – per altro superata – ovvero il fatto che alcune delegazioni (quella yemenita in testa) abbiano sollevato un’obiezione (sconcertante a questo livello di analisi e di risultati raggiunti) rispetto all’inserimento (e anche all’esistenza) del concetto di cultura e identità linguistica dei sordi.
In risposta, un significativo intervento della Nuova Zelanda ha ribadito perentoriamente non solo l’esistenza di tutto ciò, ma anche l’importanza che precisi riferimenti alla realtà culturale dei sordi vengano inseriti nella Convenzione.
Rapido il dibattito sull’articolo 31, dedicato alla statistica e alla raccolta dati, e sull’articolo 33, relativo al monitoraggio e alla sua implementazione a livello nazionale, al cui testo ne è stato aggiunto un altro, per completare il quadro della discussione, preparato da MacKay in collaborazione con l’Ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani.
Rimandata, invece, l’analisi dell’articolo 32 sulla cooperazione internazionale, rispetto al quale, ha riferito MacKay, «devono prima avere luogo degli incontri tra i facilitatori e i delegati». Questi ultimi si stanno tenendo nel corso di questa terza settimana di lavori.
Sempre venerdì 27 è stato affrontato anche l’articolo 34, dedicato al monitoraggio internazionale, in merito al quale il presidente dell’assemblea ha richiesto ai delegati di sviluppare una propria posizione soprattutto relativamente alla composizione e alle funzioni dei meccanismi di monitoraggio. Questo perché in apertura di sessione, due settimane fa, non era ancora disponibile una bozza di testo per tale articolo, che è stata fornita solo la mattina di venerdì 27. MacKay ha ritenuto quindi opportuno aggiornare la discussione su questo tema.
Come previsto, infine, i lavori della terza settimana sono iniziati lunedì 30 gennaio, con la trattazione dell’articolo 1, sugli scopi della Convenzione.
Qui alcune delegazioni hanno sollevato un’obiezione legata alla sua utilità, essendo gli stessi scopi già espressi chiaramente nel titolo del documento. Altre, invece, hanno difeso con forza l’opportunità di tale inserimento e l’ampio dibattito che ne è sorto ha visto il presidente optare per un titolo più breve – presumibilmente Convenzione Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità – con gli scopi della stessa definiti nel primo articolo, che non sarà perciò eliminato.
Allo stesso modo, anche l’argomento trattato nell’articolo 3 ha aperto un lungo confronto protrattosi quasi per l’intera giornata, essendo relativo ai princìpi generali che devono essere alla base del testo.
Dopo le attente analisi e ricerche da parte dell’assemblea rispetto ai termini e alle definizioni più adatte e chiare da inserire in questo testo, è rimasto il tempo solo per un minimo approccio all’articolo successivo, il quarto, sugli obblighi generali, che è certamente uno dei più complessi dell’intera Convenzione e che è stato affrontato martedì 31 gennaio.
Ne riferiremo ampiamente nei prossimi giorni.