Azione dimostrativa della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) in Piazza del Popolo, a Roma, dove è stato calato dal Pincio un enorme striscione, con il testo 40 miliardi di tagli. Stop al massacro delle persone con disabilità, per attirare l’attenzione sui pesante interventi della Manovra Finanziaria – anche se sarebbe più corretto parlare di “Manovre” – in ambito di politiche sociali.
È questo l’ultimo, ma non certo ultimo tentativo della Federazione – che in meno di una settimana, tramite il proprio sito, ha raccolto al momento già 17.632 firme, dopo aver lanciato la mobilitazione telematica denominata No al taglio dell’assistenza! Fermiamoli con una firma! (se ne legga nel nostro sito cliccando qui) – di contrastare le misure contenute nella Manovra di luglio e in quella attualmente in via di approvazione, ove è prevista – com’è ormai noto ai nostri Lettori – una delega al Governo per la riforma assistenziale e fiscale (Disegno di Legge, Camera n. 4566), che intende recuperare 40 miliardi di euro in tre anni.
«La riforma dell’assistenza – si legge in una nota dell’Ufficio Stampa della FISH – comporterà una forte compressione della spesa sociale, la revisione di molti supporti economici (invalidità, reversibilità, indennità di accompagnamento), il taglio di molti servizi sociali, la delega al volontariato dell’assistenza. A ciò vanno aggiunti i tagli agli Enti locali, che provocheranno un forte ridimensionamento dei servizi per i bambini in difficoltà, per gli anziani, per le persone con disabilità e per i non autosufficienti. Questioni tutt’altro che marginali poiché interessano, con maggiore o minore intensità, oltre 10 milioni di famiglie italiane».
«Chi intende comprimere ancora l’assistenza sociale – dichiara il presidente della FISH Pietro Barbieri -, piegandola alle esigenze di cassa, sarà responsabile dell’impoverimento, dell’esclusione, del confinamento e della segregazione di centinaia di migliaia di persone. In queste ore, infatti, si stanno gettando le basi per il definitivo smantellamento di quel poco di sistema dei servizi che ancora esiste in Italia e per la negazione dei diritti costituzionali».
In sostanza, la richiesta fondamentale della FISH non si discosta di molto da quella che proviene in generale dal mondo delle associazioni e dell’impegno civile: togliere cioè dalla Manovra il “vincolo di cassa” imposto alla riforma assistenziale.
Prosegue infatti Barbieri: «Si faccia una riforma assistenziale in Italia, non chiediamo di meglio, ma che comporti servizi migliori, più efficienti e vicini ai diritti e ai bisogni delle persone, moderni e volti all’inclusione anziché alla segregazione, che sostenga le persone e le famiglie, che fissi dei livelli essenziali di assistenza. Tutto ciò non è pensabile con la “spada di Damocle” dei 40 miliardi di euro che dondola sopra le nostre teste».
Un fatto, infine, viene sottolineato con forza dalla Federazione: «Con l’approvazione della Manovra alle porte e con l’attenzione concentrata su altre misure, la pur evidente gravità della questione da noi sollevata rischia davvero di passare in secondo piano e di essere ignorata anche dalla Camera, dopo l’indifferenza dimostrata dal Governo e dalla Commissione Bilancio del Senato».
«Tutto lascia supporre – conclude la nota della FISH – un autunno molto caldo, con forti tensioni sociali al momento della discussione della riforma fiscale e assistenziale e, ancor peggio, al momento della sua reale applicazione». (S.B.)