Organizzazione e partecipazione, per rispondere ai tagli e alla crisi

di Renato La Cara*
Affrontare con consapevolezza e capacità decisionale le conseguenze che la crisi avrà, soprattutto per le fasce più deboli: ha ruotato interamente su questo l'incontro del 6 marzo scorso a Milano, promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nell'ambito del Progetto "Bilanci per i diritti, verificare e comunicare l'uso delle risorse associative per la promozione dei diritti delle persone con disabilità", che prevede un totale di ben ventidue eventi formativi in varie Regioni. Organizzazione sul territorio e partecipazione, sono state le "parole d'ordine", quanto mai necessarie, perché, come ha sottolineato il presidente della FISH Barbieri, «non possiamo assistere senza dire nulla al rischio di vedere tagliati i Livelli Essenziali di Assistenza»

Al tavolo dei relatori (da sinistra): Natascia Astolfi, Pietro Barbieri, Franco Bomprezzi e Maria GuidottiIl futuro delle realtà associative no profit e i mezzi migliori per affrontarlo sono stati gli argomenti al centro del convegno sul tema Le associazioni di persone con disabilità si interrogano sul loro futuro, tenutosi il 6 marzo scorso a Milano.
Il seminario – organizzato e promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nell’ambito del Progetto Bilanci per i diritti, verificare e comunicare l’uso delle risorse associative per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, che prevede un totale di ben ventidue eventi formativi in varie Regioni [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] è stato un importante appuntamento per discutere di come affrontare con consapevolezza e capacità decisionale le conseguenze che la crisi avrà, soprattutto per le fasce sociali più deboli, come le persone con disabilità e le diverse  associazioni che sostengono i loro diritti.

Dal dibattito – moderato da Franco Bomprezzi, direttore responsabile di Superando.it – è emerso come la crisi abbia accelerato fortemente i tempi delle decisioni strategiche per tutto il terzo settore, il mondo del no profit e delle associazioni di persone con disabilità. C’è la forte presa di coscienza che sia necessario intervenire ora con scelte oculate e di lungo respiro. Anche per lo Stato sembra proprio che non sia più il tempo delle piccole modifiche temporanee, ma di estese riforme strutturali.
Pietro Barbieri, presidente della FISH, ha citato i dati Istat del 2008 sulla spesa complessiva nazionale per i servizi sociali, cifra che si aggira sui 6 miliardi e mezzo di euro, un terzo dei quali utilizzati per sostenere la disabilità. Si tratta di statistiche ufficiali pre-crisi e sono previsti – notizia drammatica, questa – ulteriori tagli rilevanti alla spesa sociale per il 2012-2013. «Il tema all’ordine del giorno – ha affermato Barbieri – è la consapevolezza del nostro punto di partenza, dobbiamo sapere chi siamo e da dove veniamo. Come associazioni e membri della società civile, abbiamo sempre più bisogno di progettualità e non possiamo assistere senza dire nulla al rischio di vedere tagliati i livelli essenziali di assistenza. Lo Stato italiano assorbe circa il 47% del Prodotto Interno Lordo dalla collettività ed eroga soltanto lo 0,4% ai servizi sociali. Il nostro obiettivo è quello di estendere i finanziamenti pubblici almeno all’1%».
«Altro elemento da considerare – ha proseguito Barbieri – è che dall’anno prossimo dovrebbe scattare il federalismo fiscale, dando ai vari Comuni la possibilità di gestire le proprie  risorse sul territorio, e mi auguro che non vengano tagliati ulteriormente i servizi alla persona con disabilità».
«Per quanto riguarda il lavoro – ha concluso il presidente della FISH – la situazione è molto grave. Stiamo infatti perdendo la lotta per la piena occupazione dei disabili, visto che ad oggi ha trovato lavoro solo il 20%, scaricando sulle spalle delle famiglie un onere sempre più pesante da sostenere».

Sull’importanza delle donazioni e sul ruolo della ricerca fondi, sono intervenute Maria Guidotti, presidente dell’IID (Istituto Italiano della Donazione) e Natascia Astolfi, responsabile dell’Area Fund Raising di MBS-Consulenza, Formazione e Ricerca. «Questa crisi – ha sottolineato Guidotti – non aiuta il terzo settore e, soprattutto, le campagne mediatiche sui “falsi invalidi” non hanno gettato di certo trasparenza e positività sulla nostra realtà. Non è giusto che per colpa di una macchina burocratica inefficiente e di casi di false invalidità riconosciute, vadano di mezzo tutte le altre persone che rispettano la legge».
Il discorso si estende anche sul versante economico, visto che secondo il presidente dell’IID, «le fondazioni ex bancarie non possono da sole garantire i fondi per il sociale, ma occorre da subito un forte investimento pubblico, per ripristinare un solido welfare». In tal senso è stata ventilata l’istituzione di un Giorno del Dono, grazie al sostegno e alla volontà del comitato promotore presieduto dall’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con l’obiettivo di trovare nuove donazioni assai preziose per le associazioni che stanno soffrendo di più, come quelle che gestiscono bambini con varie problematiche, disabili e anziani non autosufficienti.
Dal canto suo, Astolfi ha mostrato come vi sia stata una drastica riduzione dei fondi pubblici, a fronte di un incremento del sostegno dei privati. Il 22% delle Associazioni ha dichiarato infatti di aver ricevuto più fondi dai cittadini privati rispetto all’anno precedente. Questo aumento delle donazioni da parte delle singole persone non è però frutto dello spontaneismo popolare, ma di un lavoro capillare di alcune realtà no profit, che sono state in grado di mettere in campo campagne di raccolta fondi molto efficaci, responsabilizzando i singoli cittadini verso una causa sociale da sostenere e finanziare con consapevolezza.

Al convegno ha partecipato anche Alberto Fontana, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che ha voluto porre l’accento sul tema della rappresentanza. «In Italia – ha dichiarato – le persone con disabilità rappresentano circa il 5% del totale degli abitanti, ma hanno una scarsa rappresentanza di fronte alla politica, cioè il luogo dove si prendono le decisioni concrete per stabilire ed erogare i finanziamenti. Dobbiamo denunciare la gravissima situazione che potrebbe colpire il mondo del Sociale, delle persone con disabilità, del terzo settore, delle associazioni no profit in tutta Italia. Devo dire che per il 2012 c’è il rischio che, a causa di nuovi eventuali tagli, vengano eliminati, ad esempio, i progetti di Vita Indipendente. Di certo, possiamo lottare per opporci a questa eventualità, purtroppo però non siamo in grado di combatterla».
Ha focalizzato il proprio intervento sul versante economico anche Bernardino Casadei, segretario generale dell’Assifero (Associazione Italiana Fondazioni ed Enti di Erogazione). «Bisogna far capire allo Stato – ha spiegato – che le persone con disabilità non sono un peso, ma possono diventare un’opportunità per la nostra società. Vorrei poi che si facesse una profonda riflessione sul valore dei diritti da difendere e basta. Anziché introdurre, infatti, anche il fattore delle emozioni, diamo un segno alla nostra vita perché il mondo del privato sociale è ricco di esperienze magnifiche. Il nostro obiettivo è quello di creare opportunità per ripensare alla comunità, attraverso il capitale sociale che diventa sviluppo economico per l’intero Sistema Paese».
Da segnalare infine quanto affermato da Giovanni Merlo, direttore della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente regionale lombarda della FISH, sulla situazione particolare di crisi. «Molte volte si pensa solo “a Roma” – ha dichiarato – e invece è importante dire che le decisioni a livello territoriale sono quelle determinanti per la vita di tutti i giorni delle persone con disabilità. Quest’anno, ad esempio, sarà l’anno della verità, per vedere se verranno fatte scelte a favore o contro i diritti dei disabili. Davanti a una politica un po’ miope, noi abbiamo la responsabilità fondamentale di fare informazione, facendo circolare le scelte positive che alcuni Comuni stanno realizzando a favore del mondo dei disabili. Ad esempio, dobbiamo essere più attenti a difendere il diritto a vivere domiciliati».

Proprio perché i tagli previsti colpiranno soprattutto le prestazioni erogate alle singole persone, per le Associazioni sarà dunque rilevante creare un’unione di intenti, non far sentire sole le persone che subiranno le conseguenze amare dei tagli, stringere alleanze e partecipare attivamente e con proposte ai tavoli decisionali della politica. Organizzazione sul territorio e partecipazione saranno insomma due elementi imprescindibili per i tempi duri che ci aspettano. Ed esserne consapevoli è già un punto di forza.

*Testo già apparso nel sito della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con il titolo La crisi e il mondo associativo. Viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al contesto – per gentile concessione.

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