Il sesto Handifilm Festival di Rabat in Marocco

Si terrà dal 28 al 31 marzo, sarà dedicato quest'anno al tema del lavoro e della formazione professionale - come fattori di integrazione della disabilità - e costituisce certamente un prezioso "fiore all'occhiello" del Paese nordafricano, per migliorare la cultura sulla disabilità. A organizzarlo è Handifilm, associazione partner di un progetto finanziato dall'Unione Europea e curato dall'organizzazione italiana OVCI (Organismo Volontariato per la Cooperazione Internazionale)-La Nostra Famiglia, tramite la Fondazione FONOS Orizzonti Sereni, in favore dei bambini con disabilità. In programma al Festival vi è anche un noto film italiano, "Si può fare", diretto da Giulio Manfredonia e interpretato da Claudio Bisio

Un'immagine della cerimonia di apertura del Festival Handifilm del 2011Presente a Rabat, capitale del Marocco, per il suo impegno di formatrice nell’ambito di un progetto finanziato dall’Unione Europea, in favore dei bambini con disabilità del Paese africano (se ne legga cliccando FONOS Orizzonti Sereni, legata all’OVCI (Organismo Volontariato per la Cooperazione Internazionale)-La Nostra Famiglia, Luisella Bosisio Fazzi, presidente del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità), ha potuto anche partecipare, nei giorni scorsi, alla conferenza stampa di presentazione della sesta edizione del Festival Handifilm di Rabat, previsto da mercoledì 28 a sabato 31 marzo.

La manifestazione è organizzata dall’Associazione Handifilm di Rabat – a sua volta partner del progetto di cui si è parlato – e sarà dedicata quest’anno al tema del lavoro e della formazione professionale, come fattore di integrazione della disabilità.
«Il nostro obiettivo principale – spiegano i promotori dell’evento, che è stato presentato presso la sede dell’AMSAT (Association Marocaine de Soutien et d’Aide aux Personnes Trisomiques) – consiste nello sviluppare una riflessione collettiva sulla rappresentazione delle persone con disabilità, attraverso una serie di proiezioni cinematografiche, alcune realizzate da cineasti disabili e altre con attori disabili. La scelta dei corti e dei lungometraggi da proiettare è dettata dalla loro qualità cinematografica. La nostra Associazione, infatti, prende in considerazione il contesto sociale e culturale in cui vive la persona con disabilità e la sua condizione in rapporto ai fattori comportamentali e allo sviluppo sociale».
Al termine delle varie proiezioni del Festival, vengono anche offerti spazi di discussione, per consentire a tutti i partecipanti di esprimersi e di condividere i propri punti di vista. Tali dibattiti vengono moderati da un esperto di cinema e da uno di disabilità.

Da ricordare infine che questa sesta edizione dell’Handifilm di Rabat si svolge all’interno delle celebrazioni per la Giornata Nazionale della Disabilità in Marocco e che anche il cinema italiano sarà degnamente rappresentato, con la proiezione – venerdì 30 marzo – del noto film del 2009 Si può fare, di Giulio Manfredonia, interpretato tra gli altri da Claudio Bisio, ove si racconta la storia delle persone con disabilità psichica nella Cooperativa Noncello di Pordenone.
Come ci segnala Luisella Bosisio Fazzi, il film potrà essere visto con la sottotitolazione in francese, grazie alla collaborazione dell’Istituto di Cultura Italiana di Rabat. (S.B.)

Il programma completo del sesto Festival Handifilm di Rabat in Marocco è disponibilie cliccando qui. Per ulteriori informazioni: handifilm@ymail.com.

Il Marocco e i bambini con disabilità
Si stima che su circa 32 milioni e mezzo di abitanti, siano più o meno 1 milione e mezzo quelli con disabilità in Marocco, di cui 230.647 bambini (dati statistici riferiti per altro al 2004). Le difficoltà di accettazione e di integrazione delle persone con disabilità sono aggravate dai problemi economici e socioculturali dei genitori e delle comunità, situazione, questa, che crea emarginazione e isolamento.
Un problema particolarmente importante è quello del bassissimo tasso di scolarizzazione dei bambini con disabilità (32,4% in tutto il Marocco). La percentuale dei giovani con disabilità (di età maggiore ai 15 anni) è pari al 28%, con una notevole discriminazione di genere: solo il 18% delle giovani donne è scolarizzato.
La principale causa di questi problemi è da riscontrarsi nella scarsa preparazione professionale degli insegnanti (soprattutto quelli delle “classi speciali” per disabili) e, soprattutto, nella mancanza di un’adeguata informazione sui servizi delle famiglie e della stessa comunità.
Secondo un’inchiesta svolta dall’OVCI (Organismo Volontariato per la Cooperazione Internazionale)-La Nostra Famiglia e dall’Ai.Bi. (Amici dei Bambini, organizzazione non governativa italiana, cui l’OVCI ha prestato inizialmente consulenza in Marocco) nel 2006, il 41,55% delle madri e il 28,20% dei padri di bambini con disabilità nella Regione di Rabat erano analfabeti.
(a cura dell’OVCI-La Nostra Famiglia)

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