Un incidente stradale, il coma, le difficoltà della riabilitazione e “la gioia di ri-vivere”: martedì 4 aprile a Bologna (Libreria Mondadori Multicenter, Via Massimo d’Azeglio, 34/a, ore 18) è in programma la presentazione del libro intitolato appunto La gioia di ri-vivere, un’autobiografia di Luigi Ferrarini.
All’appuntamento saranno presenti, oltre all’autore, l’attore-scrittore Alessandro Bergonzoni, testimonial della Casa dei Risvegli “Luca De Nigris”; Fulvio De Nigris, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma; Roberto Piperno, direttore della Casa dei Risvegli “Luca De Nigris”; Maria Vaccari, presidente dell’Associazione Gli Amici di Luca; l’editore Alberto Perdisa.
Dal canto loro Stefano Masotti e Alessandra Cortesi, operatori teatrali della Casa dei Risvegli “Luca De Nigris”, leggeranno alcuni brani dell’opera.
«Sono un ragazzo – scrive Ferrarini – o meglio un uomo di circa quarant’anni che ha vissuto tante gioie e amarezze; le amarezze, forse, prevalgono. Vent’anni fa ho avuto un incidente dalle conseguenze gravissime: a bordo di una Giulietta, con alcuni amici ci schiantammo contro un platano».
Un incipit asciutto e drammatico, dal quale l’autore prende le mosse per condividere con il lettore le tappe di un’esperienza tragica, ma dagli esiti sorprendenti: il lungo coma e le sensazioni provate, il lentissimo risveglio, le terapie riabilitative, la forza di volontà, il recupero, l’aiuto fondamentale di familiari e professionisti, l’attività teatrale con Gli Amici di Luca, la felicità di ritrovare le mille sfumature che danno valore all’esistenza, la gioia di tornare a vivere. Una gioia tanto grande da fargli ora scrivere: «Mi sento il ragazzo più felice su questo angolo della terra».
Il libro porterà nuove risorse alla Casa dei Risvegli “Luca De Nigris”, come scrive nella prefazione Fulvio De Nigris. «Luigi ha deciso infatti di devolvere gli introiti di questa pubblicazione alla nostra giusta causa, risorse che saranno utili a quanti hanno vissuto e vivono in questo momento la sua stessa esperienza. Una storia appassionante ed emozionante, il lungo percorso nella terapia raccontata dalla parte del paziente, un diario preciso per riaffermare che non c’è niente di impossibile. Questo ha di bello Luigi, che crede nel miglioramento… Crede dove nessuno vent’anni fa avrebbe mai creduto. E lui è oggi qui a raccontarcelo alla sua maniera. Con l’albero spezzato e il ricordo dei tempi bui, i disegni degli esercizi, le tristezze che si porta dentro e l’allegria della gioia di ri-vivere con gli amici di sempre, i nuovi amici e gli amici di Luca».
(S.B.)
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