Dopo la scuola

di Giorgio Genta*
Quasi che la vita di una persona con disabilità dovesse finire a diciotto anni, dopo la scuola "tutto si ferma" e al di là dei pochi fortunati che riescono ad accedere al mondo del lavoro, in genere, soprattutto per i più gravi, vi è un futuro di emarginazione e solitudine. L'ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) sta lavorando ad un progetto che possa efficacemente rispondere a questi problemi
Persona in carrozzina davanti alla grata di una finestraUn grande buco nero attende lo studente con disabilità, specie se grave, al termine della scuola: tutto per lui si ferma e se non sarà tra i pochi fortunati che riusciranno ad accedere al mondo del lavoro, la sua esistenza sarà facilmente segnata dall’emarginazione e dalla solitudine.
Paradossalmente tale stridente contrasto tra integrazione nella scuola ed esclusione dalla società “adulta” si fa maggiormente sentire quando l’integrazione scolastica  ha dato i frutti migliori: è come se qualcuno, a dispetto dell’aumento dell’aspettativa di vita della persona con disabilità verificatasi negli ultimi decenni, abbia deciso che questa vita debba necessariamente finire a 18 anni!
Per proporre soluzioni a tale drammatico problema, le associazioni ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) di Liguria, Piemonte e Lombardia stanno elaborando un progetto comune che verrà presentato ai pubblici amministratori delle regioni interessate durante un incontro a Savona.
Tale progetto ricercherà valide soluzioni per proseguire il lavoro di integrazione sociale e culturale ben avviato dalla scuola, trasferendolo, senza soluzioni di continuità, nella vita quotidiana della persona con disabilità ormai adulta.
L’iniziativa, di cui Superando.it darà notizia prossimamente, nasce con formula aperta alla critica e al contributo di tutti e ogni apporto in questo senso sarà sinceramente gradito.
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
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