A rischio l’indennità di accompagnamento per molte persone con sindrome di Down

Lo denuncia il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), dopo che nell'estate scorsa la stessa organizzazione aveva fornito pieno collaborazione affinché le famiglie delle persone con sindrome di Down mettessero a disposizione la documentazione necessaria a evitare le visite di accertamento. E invece, come già testimoniano in molti, le chiamate alle visite arrivano e queste ultime avvengono senza gli idonei test di valutazione, in modo sbrigativo, sommario e lesivo dei diritti delle persone con sindrome di Down, portando spesso alla revoca dell'indennità di accompagnamento

Dito puntato in primo piano e sullo sfondo faccia sfuocata di un uomoNello scorso mese di agosto, a seguito di una corrispondenza con l’INPS, il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) aveva avviato la piena collaborazione delle Associazioni aderenti – nell’ambito di una giusta operazione tesa a smascherare i cosiddetti “falsi invalidi” – affinché le famiglie delle persone con sindrome di Down fornissero la documentazione necessaria a evitare di essere sottoposte a visita, come indicato dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2 agosto 2007 (Individuazione delle patologie rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante).

I CoorDown ha sempre sostenuto con forza la necessità di smascherare i falsi invalidi. La collaborazione, tuttavia, non è stata evidentemente sufficiente alle Commissioni dell’INPS, tanto che le persone con sindrome di Down, in diverse sedi sul territorio nazionale, vengono chiamate a visita e, subito dopo, si vedono revocato il diritto all’indennità di accompagnamento. Le visite, infatti, come da testimonianza di famiglie sempre più numerose, avvengono senza gli idonei test di valutazione, in modo sbrigativo, sommario e lesivo dei diritti delle persone con sindrome di Down. È evidente, invece, che la disabilità intellettiva e il grado di autonomia delle persone con sindrome di Down dovrebbero essere valutati in modo approfondito, in base ai parametri forniti dalla Scale IADL (Instrumental Activities of Daily Living).

Va detto poi che nell’estate scorsa l’INPS aveva pubblicato delle Linee Guida interne, allo scopo di chiarire la natura e i metodi dei controlli. Alla luce dei fatti, però, quelle Linee Guida, più che a individuare i falsi invalidi, sembrano tese a restringere il campo delle persone a cui viene concessa l’indennità, tra le quali, in particolar modo, quelle con sindrome di Down, soprattutto adulti che da tanti anni hanno riconosciuto, legittimamente, questo diritto [sui “pericoli” delle citate Linee Guida dell’INPS, segnaliamo, nel nostro sito, i testi disponibili cliccando qui e qui, N.d.R.].
Il CoorDown chiede dunque che tali Linee Guida vengano rispettate e che i controlli vengano eseguiti sulla base delle citate scale di valutazione. Chiede inoltre che il Governo metta le famiglie nelle condizioni migliori per poter effettuare i test gratuitamente, poiché molti genitori non riescono nemmeno a individuare le strutture sul territorio a cui rivolgersi. In tal senso, il 14 ottobre, lo stesso CoorDown ha inviato una richiesta ufficiale di spiegazioni e chiarimenti all’INPS. (Ufficio Stampa CoorDown).

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa CoorDown (Federico De Cesare Viola), tel. 339 5390620, ufficiostampa@coordown.it.
Share the Post: