Nonostante la collaborazione offerta all’INPS nell’estate scorsa dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) – affinché le famiglie delle persone con sindrome di Down fornissero tutta la documentazione necessaria (come indicato dal Decreto Ministeriale del 2 agosto 2007), nell’ambito di una giusta operazione tesa a smascherare i cosiddetti “falsi invalidi” – si stanno invece moltiplicando le visite sommarie e sbrigative, mirate unicamente alla revoca dell’indennità di accompagnamento [a un’analoga denuncia del CoorDown, prodotta nelle scorse settimane, il nostro sito ha dedicato il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Una collaborazione, quella del CoorDown, che non è stata quindi sufficiente alle Commissioni dell’INPS, tanto che le persone con sindrome di Down – in diverse sedi sul territorio nazionale – vengono chiamate a visita e subito dopo si vedono appunto revocato il diritto all’indennità di accompagnamento.
È necessario qui ricordare che le persone con sindrome di Down, dopo la certificazione delle competenti commissioni mediche delle ASL, rientrano tra quelle che sono esentate da ogni successiva visita o controllo, in base alle Leggi 289/02 (articolo 94, comma 3) e 80/06 (articolo 6, comma 3). Rimane pertanto incomprensibile come mai le Commissioni Periferiche dell’INPS ignorino completamente le documentazioni presentate, convocando successivamente a visita medica di controllo. Visita che – come detto – avviene poi senza gli idonei test di valutazione, in modo sbrigativo, sommario e lesivo dei diritti delle persone con sindrome di Down.
Palese è pertanto il contrasto con le norme in vigore, tanto che sull’argomento sono fioccate interpellanze parlamentari da tutti i gruppi politici e votati ordini del giorno in alcuni Consigli Regionali.
Le ragioni per cui – per legge – le persone con sindrome di Down sono in situazione di gravità (la grave riduzione di autonomia di tali soggetti nella gestione delle necessità della vita quotidiana e i danni conseguenti) sono perfettamente sovrapponibili alle condizioni che legittimano la concessione dell’indennità di accompagnamento e a quelle per le quali ai sensi della citata Legge 80/06 (articolo 6, comma 3) non sono rivedibili nemmeno ai fini dell’indennità.
Alla luce di tutto ciò, dunque, l’azione che si sta svolgendo verso le persone con sindrome di Down è palesemente illegale.
Il CoorDown lancia quindi un appello ai Ministri competenti e alla Direzione Nazionale dell’INPS affinché cessi immediatamente questa azione vessatoria nei confronti delle persone con sindrome di Down, contestando l’applicazione della Circolare INPS n. 76 del 22 giugno 2010, che ne ha fornito le indicazioni operative e invitando le famiglie che hanno subìto la revoca dell’indennità di accompagnamento, a denunciare i fatti alla competente Procura della Repubblica, per l’evidente abuso d’ufficio consumato ai propri danni, in plateale e ingiustificata violazione del Decreto Ministeriale del 2 agosto 2007, della Legge 289/02 (articolo 94, comma 3) e della Legge 80/06 (articolo 6, comma 3).
*Coordinatore nazionale di CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down).
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