Bene i pasticcini e le bibite, ma quello stadio è sempre pieno di barriere

Apprezzabile il fatto che il Pescara Calcio abbia dimostrato di considerare le persone con disabilità come ospiti graditi alle proprie partite. E tuttavia la buona accoglienza non basta, dal momento che allo Stadio Adriatico chi è in carrozzina continua a vedere assai poco, rischiando anche in termini di sicurezza, ciò di cui sembra non si sia tenuto conto nemmeno al momento della ristrutturazione, costata circa dieci milioni di euro. A questo punto diventa quasi conseguente un appello al sindaco di Pescara, per consentire di assistere come gli altri alla partita, anche a chi guarda il mondo "da un gradino più in basso"

Le persone con disabilità allo Stadio Adriatico di Pescara, confinate in un posto dove si vede assai poco e senza vie di fuga«Grazie al Pescara Calcio per l’accoglienza, ma alle istituzioni cittadine chiediamo un po’ di attenzione in più». Così Claudio Ferrante, responsabile dell’Ufficio DisAbili del Comune di Montesilvano (Pescara) e anche tifoso di calcio impegnato nell’abbattimento delle barriere architettoniche, che già all’inizio dell’attuale Campionato di Serie B 2010-2011, alla fine di agosto, aveva denunciato una serie di gravi difficoltà, per le persone con disabilità che entrano allo Stadio Adriatico, nonostante la recente ristrutturazione di quest’ultimo (se ne legga nel nostro sito cliccando qui).

Ora è lo stesso Ferrante a raccontare della sensibilità dimostrata dal Pescara Calcio, anche se i problemi restano sostanzialmente irrisolti. «Il 16 ottobre scorso – racconta -, in occasione della partita casalinga del Pescara contro il Grosseto, ai tifosi in carrozzina e ai loro accompagnatori sono stati offerti pasticcini, salatini e bibite. Abbiamo dunque avuto modo di verificare la gentilezza e la sensibilità degli steward. In questo senso abbiamo apprezzato il fatto che il Pescara Calcio abbia voluto tenderci una mano, dimostrando concretamente di volerci come ospiti graditi».
E tuttavia la buona accoglienza non basta. Chi va allo stadio, infatti, lo fa per vedere la partita e chi è in carrozzina spesso non può farlo, dal momento che nell’area riservata alle persone con disabilità non mancano certo le barriere architettoniche, ciò di cui sembra non si sia per niente tenuto conto, spendendo circa dieci milioni di euro per ristrutturare lo Stadio Adriatico.
E così, ribadendo alcuni argomenti già espressi due mesi fa, il responsabile dell’Ufficio DisAbili di Montesilvano ricorda che «il posto riservato tra la Tribuna Maiella e la Curva Nord è insufficiente», che «la pedana provvisoria è stata posizionata male e non serve a risolvere il problema» e che «la copertura promessa mesi fa è ancora provvisoria e pericolosa». Il fatto, però, forse più grave è che continuano a mancare le vie di fuga. Il disagio, infine, si prolunga anche all’uscita dallo stadio, «con decine di carrozzine che aspettano l’ascensore che possa portarli al piano inferiore. Basterebbe vietare l’ascensore, per l’uscita, a chi le gambe buone le ha».

Conseguente, a questo punto, l’appello rivolto da Ferrante al sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia: «Caro Sindaco, lei è anche tifoso del Pescara. Non vogliamo mettere in dubbio la sua sensibilità, ma troppo spesso i provvedimenti vengono presi da amministratori che non si sono mai seduti su una carrozzina e non hanno mai consultato chi ci vive per ventiquattr’ore al giorno e che guarda il mondo – e in questo caso anche la partita – da un gradino più in basso». (S.B.)

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