Com’è ben noto ai nostri lettori – per i quali abbiamo seguito i lavori al Palazzo delle Nazioni Unite giorno dopo giorno, quasi minuto per minuto – il 25 agosto, dopo cinque anni di intensi negoziati, si è finalmente arrivati a definire la prima Convenzione Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità, ottava di questo genere nella storia dell’ONU, primo testo adottato su tale soggetto negli ultimi sedici anni.
Si tratta di un documento basato su quelli già esistenti relativi ai diritti umani che mira a garantire un’effettiva protezione dei 650 milioni di cittadini con disabilità nel mondo, in tutti i settori della vita, affermandone l’accesso all’intera sfera dei diritti umani: civili, politici, economici, sociali e culturali, realizzabili attraverso azioni positive.
Per l’EDF (European Disability Forum), organizzazione ombrello che rappresenta circa 50 milioni di persone con disabilità in Europa, la Convenzione costituisce già una sorta di pietra miliare che condurrà al rafforzamento significativo della tutela contro la discriminazione nel mondo intero.
«Questa Convenzione – ha dichiarato Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF – sarà vitale nella nostra lunga lotta contro la discriminazione giornaliera delle persone con disabilità e invia un forte messaggio al mondo: la disabilità è la prima e la principale espressione dei diritti umani».
Anche l’EDF ha partecipato attivamente allo sviluppo di questo processo, fin da quando venne inoltrata una prima proposta nel 2001 da parte del Messico.
In particolare il Forum è stato coinvolto nella prima stesura della Convenzione e ha regolarmente preso parte alle delegazioni degli Stati Membri dell’Unione Europea. Esso ha giocato inoltre un ruolo rilevante nella facilitazione del lavoro dell’IDC (International Disability Caucus), alleanza di organizzazioni di persone con disabilità e di altri soggetti attivi nelle negoziazioni.
A tal proposito va sottolineato che, per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite, il ruolo delle Organizzazioni Non Governative è stato quanto mai vitale nell’elaborazione di un testo che ha portato ad una conclusione molto positiva.
La nuova Convenzione presta particolare attenzione alla situazione delle donne con disabilità nonché ai diritti dei bambini, sia attraverso specifiche prescrizioni, sia tramite un approccio di mainstreaming [le questioni legate alla disabilità che “entrano” in ogni politica di impatto sulla società, N.d.R.].
Essa prevede inoltre un forte ente di monitoraggio e un protocollo opzionale sui reclami di singoli o di gruppi e sulle inchieste che verranno aperte per la firma e la ratifica simultaneamente da parte degli Stati.
L’EDF accoglie poi con soddisfazione anche il fatto che, per la prima volta, l’Unione Europea sarà parte della Convenzione sui Diritti Umani e dunque verrà inserita tra i Paesi firmatari, per quanto riguarda l’implementazione dei diritti delle persone con disabilità.
Proprio per questo chiede una rapida adozione della Convenzione da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU, già nell’ambito della sua prossima sessione di settembre, invitando anche gli Stati Membri dell’Unione e i Paesi candidati all’adesione a concordare una firma rapida e un celere processo di ratifica.
In conclusione l’European Disability Forum è fiducioso che l’Unione Europea – che ha rivestito un ruolo attivo nel garantire un alto livello di protezione delle persone con disabilità nella Convenzione – continui a lavorare per un’effettiva applicazione del nuovo fondamentale documento e condivida un approccio comprensivo nel futuro sviluppo della legislazione europea sulla non discriminazione.
(M.C.C.)
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