Famiglie con disabilità e professionisti della riabilitazione

di Giorgio Genta*
Che le famiglie con disabilità collaborino con i professionisti della riabilitazione è quanto meno necessario, ma esse ritengono che solo collaborando con quei professionisti che valorizzano il ruolo delle famiglie stesse si possa ottenere il miglior domani possibile per i figli

Foto in bianco e nero di mano di bimbo che stringe mano di adultoA naturale completamento di quanto già scritto su queste stesse pagine, rispetto alla percezione della qualità delle cure riabilitative da parte del “cittadino- utente” [se ne legga cliccando qui, N.d.R.], le nostre famiglie richiamano l’attenzione su un punto specifico: la percezione, da parte delle famiglie stesse, della qualità delle cure prestate al bambino o al giovane con disabilità.
Questo giudizio solitamente viene espresso secondo una sorta di “processo sommario” che accomuna l’insieme delle prestazioni riabilitative nel giudizio dei genitori.

Ebbene – pur basandosi tale giudizio su un insieme di sensazioni personali e di dati obiettivi – riteniamo che esso sia il “miglior giudice” dell’efficacia della riabilitazione nei singoli casi specifici, superiore, almeno nell’utilità, a quello dei professionisti (dal quale spesso diverge).
E tuttavia non è detto che non sia possibile – sempre da parte dei genitori – integrare e mettere a fuoco le loro impressioni e i dati specifici da essi rilevati con una serie di questionari che permettano di dare un’impostazione più scientifica e metodologicamente corretta alla percezione globale.
In tal senso, nel sito Riabilitazione Infantile.it (allo spazio raggiungibile cliccando qui) il dottor Mario Cerioli pubblica degli interessanti questionari, frutto di un lungo lavoro di ricerca, di traduzione (dalle proposte del centro canadese CanChild) e di elaborazione personale, sempre ispirandosi al modello di terapia centrata sulla famiglia.
È infatti con professionisti che operano per favorire la valorizzazione del ruolo della famiglia che abbiamo collaborato, collaboriamo e continueremo a collaborare per il miglior domani possibile dei nostri figli con disabilità (e non solo di quelli).

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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