Il lavoro e le donne con disabilità nel Lazio: un’indagine

a cura di Simona Lancioni*
Una consapevolezza molto diffusa di essere discriminate in quanto disabili, una molto minore, invece, di essere soggette a discriminazione multipla in quanto donne con disabilità. Questo è solo uno dei tanti e interessanti dati che emergono da un’indagine condotta sul percorso lavorativo delle donne con disabilità nella Regione Lazio. Un lavoro ricco e interessante che ha coinvolto cinquanta donne con disabilità. Nell'intento di promuoverne la lettura integrale (il rapporto di ricerca è consultabile on line), riportiamo di seguito qualche spunto

Donna in carrozzina al lavoro al computerIndagare il percorso lavorativo delle donne con disabilità nella Regione Lazio, utilizzando lo strumento delle interviste narrative: è questo l’obiettivo principale di una ricerca realizzata dal Consorzio Integra di Roma.
L’indagine – il cui rapporto di ricerca è stato pubblicato nel giugno del 2010 – ha coinvolto cinquanta donne con disabilità residenti nel Lazio e ha assunto come quadro teorico di riferimento il modello sociale della disabilità e i principi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Oltre all’intento conoscitivo, il lavoro di indagine si è proposto di ricercare indicazioni e orientamenti capaci di infondere fiducia in altre donne con disabilità e, al contempo, di stimolare l’azione delle Istituzioni, al fine di attivare processi di cambiamento e miglioramento della qualità della vita sul territorio. Un ulteriore obiettivo è stato la formazione di un gruppo di ricerca, composto anche da donne con disabilità, idoneo a sostenere e guidare altre persone disabili nelle possibilità e nei diritti legati al percorso lavorativo.

Alcune caratteristiche del campione
In primo luogo va segnalato che il campione non è stato composto con tecniche probabilistiche (questo vuol dire cioè che i dati raccolti non si possono considerare rappresentativi dell’intera popolazione di riferimento) e tuttavia «la numerosità e la scelta ragionata delle unità campionarie hanno reso il materiale raccolto molto significativo, considerando anche la scarsità di indagini condotte sullo stesso argomento» (Daniela Bucci, Zaira Bassetti, Marica Regnicoli, a cura di, Il percorso lavorativo delle donne con disabilità. Persone con disabilità. Percorsi risorse e ostacoli per le Pari opportunità, Roma, Integra, 2010, p. 10).
Oltre al fatto di risiedere nel Lazio, le cinquanta donne intervistate hanno presentato al momento della rilevazione (effettuata dal 26 settembre al 2 dicembre 2008) le seguenti caratteristiche relative all’età: il 10% ha meno di 30 anni, il 46% ha un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, il 20% tra i 40 e i 50 anni, il 24% ha un’età superiore ai 50 anni (età media 40,6 anni).
Sotto il profilo, poi, dello stato civile, è emerso che il 50% di esse è nubile, il 36% coniugate, il 12% separate o divorziate, mentre il rimanente 2% è costituito da vedove.
E ancora, rispetto alla tipologia di disabilità e al periodo di insorgenza della stessa, le distribuzioni rilevate sono state le seguenti: il 64% delle donne intervistate ha una disabilità motoria, il 24% sensoriale, il 10% intellettiva lieve, mentre il 2% ha una disabilità multipla; è stato inoltre rilevato che il 32% delle donne ha una disabilità dalla nascita, e il restante 68% una disabilità insorta in un momento successivo alla nascita.

Prendendo in esame, quindi, la variabile istruzione, rileviamo che il 74% delle donne intervistate ha un titolo di studio medio-alto (entrando nel dettaglio: il 24% delle donne ha la licenzia media inferiore, il 42% il diploma di scuola media superiore, il 32% una laurea o più, il 2% non risponde, mentre rispetto alla situazione occupazionale, il 92% delle intervistate ha un’occupazione, con il rimanente 8% che dichiara di non lavorare, ma di avere svolto in precedenza una o più occupazioni.
Tra coloro che lavorano il 74% ha un lavoro a tempo indeterminato. Sempre considerando le donne che lavorano, il 55% di esse ha un contratto part time, il restante 45% un contratto full time.

Alcuni risultati
«[…] essere donne con disabilità non produce solo una somma di discriminazioni, quanto piuttosto una loro moltiplicazione. Le donne con disabilità, infatti, non godono di pari opportunità né rispetto alle altre donne, né rispetto agli uomini con disabilità» (Bucci, Bassetti, Regnicoli, op. cit., p. 16 [grassetti nostri, N.d.R.]).
Tali discriminazioni hanno un origine socio-culturale. Ma se da un lato tra le intervistate la percezione della discriminazione come persona con disabilità all’interno dei contesti di vita e di lavoro è molto diffusa, e alcune di esse riconoscono anche l’assenza di pari opportunità per motivi di genere, per altri versi è interessante notare come molte di esse in realtà non abbiano mai riflettuto sulla circostanza di essere vittime di discriminazioni multiple e pertanto non facciano ricorso a questo aspetto per descrivere le proprie esperienze di vita e di lavoro.
«Per loro è la disabilità, piuttosto che l’essere donna, a rappresentare l’elemento determinante della propria vicenda esistenziale, poiché si sono sentite annullate principalmente come persone, al di là del ruolo di genere» (Bucci, Bassetti, Regnicoli, op. cit., p. 132).
Non mancano tuttavia i casi nei quali la consapevolezza delle discriminazioni multiple è lucida e matura o, per converso, quelli in cui le intervistate affermano che l’essere donne con disabilità sia fonte di un vantaggio utile ad ottenere trattamenti di favore (le donne in carrozzina susciterebbero maggiore tenerezza rispetto agli uomini nelle stesse condizioni), ma si tratta di eccezioni.

Tra le strategie proposte al fine di migliorare la qualità della vita delle donne con disabilità, vi è quella di accrescere la consapevolezza della discriminazione multipla a cui le stesse sono soggette; mettere a disposizione delle persone disabili figure professionali (assistenti sociali e operatori) più formate e qualificate sulla disabilità; la progettazione di servizi che garantiscano il coinvolgimento dei destinatari e la personalizzazione degli interventi; un regolare aggiornamento degli operatori sui temi della disabilità; fornire maggiori informazioni alle persone con disabilità in merito ai loro diritti e opportunità; diffondere un approccio culturale nel quale la disabilità non venga percepita come una “tragedia personale”, ma come l’esito dell’interazione tra le caratteristiche delle persone con disabilità e un’organizzazione sociale che restringe le possibilità di partecipazione delle stesse; la diffusione di modelli positivi elaborati dalle stesse donne con disabilità.

Gli elementi riportati poc’anzi costituiscono per altro solo un rapido accenno a un lavoro di indagine ampio e ben strutturato, che merita di essere conosciuto nel dettaglio, e del quale (essendo oltretutto disponibile on line) consigliamo senz’altro la lettura integrale.

Daniela Bucci, Zaira Bassetti, Marica Regnicoli (a cura di), Il percorso lavorativo delle donne con disabilità. Persone con disabilità. Percorsi risorse e ostacoli per le Pari opportunità, Roma, Integra, 2010. Il testo è disponibile cliccando qui.

*Testo già apparso nel sito del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con il titolo Il percorso lavorativo delle donne disabili nel Lazio e qui ripreso, con minimi riadattamenti, per gentile concessione del Coordinamento del Gruppo stesso.

Il Gruppo Donne UILDM
13 eventi e altrettante pubblicazioni della collana Donna e disabilità, un centinaio tra articoli, interviste, recensioni, adesioni a campagne ecc., organizzati per temi, circa 80 segnalazioni di film attinenti alle donne disabili, più di 450 segnalazioni bibliografiche e circa 600 risorse internet schedate: parlano da sole le cifre del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che costituisce certamente una delle esperienze più vive e interessanti – nel campo della documentazione riguardante la disabilità – avviata nel 1998 in modo informale.
Gli obiettivi originari erano da una parte quello di raggiungere le pari opportunità per le donne con disabilità, attraverso una maggiore consapevolezza di sé e dei propri diritti, dall’altra cogliere la “diversità nella diversità”, riconoscendo la specificità della situazione delle donne disabili.
Poi, nel corso degli anni, il Gruppo ha cambiato in parte il proprio ambito d’interesse, oltre a non essere più composto da sole donne e a non occuparsi esclusivamente di questioni femminili. La stessa disabilità è diventata uno dei tanti elementi in un percorso di integrazione e di apertura su più fronti.
Nel 2008, per festeggiare il suo decimo “compleanno”, il Coordinamento del Gruppo Donne (composto attualmente da Francesca ArcaduAnnalisa Benedetti, Valentina Boscolo, Oriana Fioccone, Simona Lancioni, Francesca Penno, Anna Petrone, Fulvia Reggiani, Gaia Valmarin e Marina Voudouri) ha deciso di investire di più in informazione e in documentazione, recuperando i suoi obiettivi originari, senza rinunciare all’apertura quale tratto distintivo. E così – come in un laboratorio – è iniziato un lavoro finalizzato a organizzare e rendere fruibili, attraverso il proprio spazio internet, le informazioni che circolano all’interno del Coordinamento stesso.
Un importante, ulteriore salto di qualità, infine, si è avuto con la creazione di un repertorio (VRD – Virtual Reference Desk), che raggruppa le varie risorse fruibili in internet (in lingua italiana) di e su donne con disabilità (il nostro sito se n’è occupato con l’articolo disponibile cliccando qui).

L’indirizzo del Gruppo Donne UILDM è www.uildm.org/gruppodonne. Al repertorio di cui si è detto, si accede cliccando qui. Il Gruppo Donne UILDM è anche su Facebook (cliccare qui).

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