«Ci sono innanzitutto due tipi di problemi, per le persone con disabilità nella scuola: l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici e la messa in sicurezza e in regola degli edifici scolastici. Per la prima volta abbiamo deciso, con la Finanziaria, di non concedere deroghe per la messa in regola degli edifici, mettendo a disposizione un budget di 250 milioni di euro e contando nei prossimi anni di investire molto di più. Intendiamo anche assegnare fondi all’INAIL, che è in grado di supportare l’adeguamento delle strutture scolastiche».
Lo ha dichiarato a Napoli qualche giorno fa Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione, in occasione del convegno 3 Giorni per la scuola, già presentato a suo tempo dal nostro sito.
Il ministro ha dovuto anche affrontare una manifestazione di dissenso verso le politiche scolastiche del governo, organizzata dall’Associazione Tutti a Scuola all’esterno della Città delle Scienze, sede del convegno.
«C’è bisogno – ha dichiarato per l’occasione Antonio Nocchetti, responsabile di Tutti a Scuola – di una reale presa di coscienza dell’esistenza della disabilità all’interno della scuola e di comportamenti conseguenti. In Finanziaria non c’è nulla per il sostegno ai disabili e le famiglie sono scontente».
Migliore assistenza per gli alunni con disabilità nelle classi e più insegnanti di sostegno: queste le richieste concrete dei manifestanti. E anche rispetto al problema del sostegno è arrivata la risposta del ministro Fioroni, il quale ha dichiarato: «La Finanziaria non penalizza l’insegnamento di sostegno per le persone con disabilità, ma non può determinare correttamente il fabbisogno di docenti dato che il rapporto tra disabili e docenti di sostegno non ha valore scientifico o di predittività».
Il problema del calcolo degli insegnanti di sostegno in rapporto al numero degli alunni con disabilità ha provocato – sempre a detta di Fioroni – un vivace dibattito prima dell’approvazione della Finanziaria.
«La nostra idea – ha in ogni caso aggiunto il ministro – è che in due anni si vada ad un’integrazione tra ASL, Regioni e Uffici Scolastici Regionali per fare una determinazione degli insegnanti di sostegno sul numero reale delle persone con disabilità. Ed è una procedura che necessita appunto di due anni, perché è la sostanziale messa in rete di un sistema di rilevamento. Nel frattempo, però, ho scritto al ministro della Salute Livia Turco perché la certezza del diritto di coloro che hanno necessità a pieno titolo di un insegnante di sostegno avvenga con una certificazione appropriata e idonea secondo la normativa vigente».
(S.B.)
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