Avevamo scritto più volte che quell’Ordinanza avrebbe “lasciato il segno” e recentemente avevamo anche rimproverato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini – dopo una sua in tervista alla trasmissione di Raitre Che tempo che fa – di “non ricordarsene” proprio e di glissare sulla questione, una volta richiesta di commentare la condanna del suo Dicastero.
Parliamo di quell’Ordinanza emessa il 10 gennaio scorso, che aveva accolto il ricorso presentato il 10 novembre 2010 da trenta genitori di diciassette alunni con disabilità e dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), contro il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e quello Provinciale di Milano, per una serie di tagli alle ore di sostegno riservate a un buon gruppo di alunni con disabilità. «Alle amministrazioni convenute», aveva sancito il giudice del Tribunale di Milano Patrizio Gattari, «si ordina la cessazione della condotta discriminatoria» e i convenuti stessi erano stati «condannati, ciascuno per le rispettive competenze, a ripristinare, entro trenta giorni dalla comunicazione della presente ordinanza, per i figli dei ricorrenti il medesimo numero di ore di sostegno fornito loro nell’anno scolastico 2009/2010».
Un provvedimento, come dicevamo, certamente fondamentale e destinato a “lasciare il segno”, perché per la prima volta in Italia adottato da un Tribunale Ordinario, in base alla Legge 67/06 che tutela dalla discriminazione delle persone con disabilità.
Ebbene, ora – in attesa di poter esaminare approfonditamente il testo di questa nuova Sentenza – registriamo con piacere che molti organi d’informazione hanno riferito del provvedimento di segno analogo adottato nei giorni scorsi dal Tribunale della Spezia ed esattamente da parte del giudice Valentina Rascioni, secondo la quale «tagliare le ore di sostegno per gli studenti disabili è una discriminazione inaccettabile, che viola la legge che tutela i portatori di handicap e l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce l’impegno della Repubblica al pieno sviluppo della persona umana». Anche qui il Ministero avrà trenta giorni per ripristinare le ore di sostegno tolte allo studente sedicenne, la cui famiglia si era rivolta al Tribunale spezzino, oltre a dover pagare le spese processuali di 1.200 euro e anche qui – ciò che soprattutto conta, ai fini di una giurisprudenza sempre più solida – il provvedimento è stato adottato non da un Tribunale Amministrativo Regionale, ma da una Corte Ordinaria, in base alla Legge 67/06, che tutela dalle discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità.
«Il Ministero dell’Istruzione – abbiamo letto infine in varie testate – potrebbe ora cercare di impugnare la Sentenza, ma tutti si augurano che il ricorso non venga presentato “per il bene del ragazzo”». Purtroppo, però, a Milano è andata proprio così, con il Ministero che ha appellato la decisione del Tribunale Civile, il che non lascia ben sperare nemmeno in questo caso. (S.B.)