Gli atleti con disabilità intellettive continueranno ad essere esclusi dai più importanti eventi organizzati dall’IPC (International Paralympic Committee).
Tale decisione è stata annunciata dal Consiglio Direttivo del Committee nei giorni scorsi a Losanna, dopo un dibattito durato alcuni mesi.
In sostanza il Consiglio ha recepito i risultati di una ricerca da cui emerge che «deve ancora essere sviluppato un sistema di eleggibilità infallibile». La decisione che ne è seguita ha portato quindi a concludere che le persone con disabilità intellettive non potranno partecipare ai Giochi Paralimpici di Pechino nel 2008.
Sempre la stessa ricerca ha sottolineato anche che il sistema di eleggibilità sviluppato dall’INAS-FID (la Federazione Internazionale per lo Sport delle Persone con Disabilità Intellettive) non raggiungerebbe gli standard richiesti per le competizioni dell’International Paralympic Committee.
Un portavoce dell’Associazione Paralimpica Inglese (British Paralympic Association) ha commentato: «Dobbiamo analizzare con attenzione i dettagli che hanno portato a tale decisione, prima di replicare su questa complessa questione, che è di un’importanza estrema per gli atleti coinvolti».
Aspre invece le critiche dell’UKSA (The UK Sports Association for People with Learning Disability) che si è dichiarata «offesa e oltraggiata» e anche convinta che «l’esclusione dai Giochi di Pechino intaccherà profondamente il morale degli atleti con disabilità intellettive».
In particolare, Tracey Mc Cillen, direttore nazionale dell’associazione, ha sottolineato come sia stata forte «la reazione a questa decisione. Bastava ascoltare la rabbia e l’incredulità degli atleti, dei familiari e degli allenatori per capire in pieno la situazione. Ora dobbiamo digerire questa decisione e dopo averne valutato pienamente l’impatto, perseguiremo le azioni più appropriate».
Lo stesso Geoff Smedley, vicepresidente dell’INAS-FID Europe e capo dell’Eligibility Comittee inglese, si è allineato a tali critiche: «Due generazioni di talenti perderanno l’opportunità di competere ai Giochi Paralimpici. Per molti di loro Londra 2012 è davvero troppo lontana. Infatti, supponendo che la situazione possa cambiare, saranno passati ben dodici anni dacché un atleta con una disabilità intellettiva potrà finalmente partecipare e questo è del tutto inaccettabile».
Da ricordare in conclusione che la disputa sulle persone con disabilità intellettiva esplose ai Giochi Paralimpici di Sydney del 2000, quando venne appurato che la maggior parte dei componenti della squadra di basket spagnola (che vinse la competizione) non erano atleti disabili.
(G.G.)
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