Non conoscono lo sport vissuto!

Lo dichiara in una nota ufficiale un esponente della CRESH (Circolo Rotellistico Ebolitano Sporting Hockey), società sportiva di hockey su pista con sede ad Eboli (Salerno), nel contestare la decisione presa qualche giorno fa dall'IPC (International Paralympic Committee), che ha escluso gli atleti con disabilità intellettiva dalle Paralimpiadi e da altri eventi

La squadra di hockey su pista di Eboli a Correggio (Reggio Emilia), in occasione delle Finali Nazionali Allievi«L’esperienza della nostra società sportiva di hockey su pista CRESH (Circolo Rotellistico Ebolitano Sporting Hockey) – ci scrive Vito Bardascino da Eboli (Salerno) – smentisce clamorosamente quanto dichiarato nei giorni scorsi a Losanna dal Consiglio Direttivo dell’International Paralympic Committee (IPC), che ha escluso gli atleti con disabilità intellettiva dai principali eventi organizzati dal Comitato, Giochi Paralimpici compresi, a partire da quelli che si terranno a Pechino nel 2008».

Una decisione, quella dell’IPC, ripresa anche dal nostro sito, che sta suscitando – come si poteva prevedere – numerose reazioni.
Dal canto suo la società hockeistica ebolitana, oltre a poter dimostrare sia con documenti ufficiali della Lega Hockey sia con documentazione filmata l’assoluta incongruenza della decisione, rincara la dose, affermando che questo «dimostra una scarsa conoscenza del mondo dello sport vissuto, ma ancor più delle enormi potenzialità delle persone con disabilità intellettive. Basti pensare all’esperienza di un nostro ragazzo con sindrome di X-fragile che da anni gioca e partecipa ai campionati nazionali di hockey su pista, segnando anche dei gol».

La richiesta è dunque molto chiara, ovvero che il Consiglio Direttivo del Committee «ritiri e ridiscuta la decisione presa. Infatti, la nostra esperienza, unitamente a quella di tante altre nelle varie discipline sportive, se ricercate e analizzate con attenzione, non potrà che portare ad una revisione di quanto stabilito. A tal proposito chiediamo quindi ai nostri rappresentanti nazionali e internazionali di chiedere all’IPC di rivedere la decisione, per ridiscutere in modo approfondito e dettagliato, coinvolgendo le società sportive e le associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e dei loro familiari, per ridefinire i termini della partecipazione».
(S.B.)

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