«Il punto di vista di chi la vista non ce l’ha, attraverso quadri, fotografie e cartelloni che raccontano la vita, i problemi quotidiani, le difficoltà, ma anche le speranze delle persone non vedenti e ipovedenti che li hanno realizzati»: resterà aperta ad Imola (Galleria del Risorgimento) fino a lunedì 28 maggio la mostra Dàm un òc 2, organizzata dall’Associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna e giunta quest’anno alla sua seconda edizione.
L’evento costituisce il momento conclusivo del Laboratorio esperienziale promosso dalla medesima associazione, con il contributo del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, che dall’ottobre del 2006 al marzo del 2007 ha coinvolto i suoi iscritti e volontari (vedenti, ipovedenti e non vedenti) in una serie di attività, dalla scrittura autobiografica alle percussioni, dall’arte alla bioenergetica, fino alla cucina.
Curata dallo psicologo Fabio Landi e dagli artisti Alessio Caruso, Dosso e Luigi Zanellati, la mostra vuole documentare il percorso svolto durante il laboratorio, ma soprattutto dare alcuni spunti di riflessione sulla disabilità visiva.
Il titolo prescelto Dàm un òc (“Dammi un occhio”) nasce da una frase di Adele Bacchilega, responsabile dell’Associazione Retinite Pigmentosa per il circondario imolese, che verso la fine del laboratorio fece questa richiesta ai vedenti del gruppo affinché le spiegassero a parole ciò che era riuscita a produrre sulla tela.
Un’espressione che rende bene il “paradosso” che sta alla base del laboratorio e della mostra e la stessa ironia con cui tutti i partecipanti si sono mossi.
La retinite pigmentosa – vale la pena ricordarlo – è il termine con cui ci si riferisce ad un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da una degenerazione progressiva della retina che interessa entrambi gli occhi.
(S.B.)
Adele Bacchilega, tel. 0542 31550
Associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna
tel. 051 246705, rp.bologna@associazionerpbo.191.it
www.retinitepigmentosa.it.
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