Un tratto di penna per accantonare sessant’anni di inclusione

Continua a far discutere quanto recentemente scritto da Ernesto Galli della Loggia sul «Corriere della Sera», ciò di cui abbiamo già avuto modo di occuparci in altre parti del nostro giornale. Riceviamo ora e ben volentieri pubblichiamo il contributo di riflessione di Fabio Bocci, personalità quanto mai autorevole nel mondo della Didattica e della Pedagogia Speciale, che scrive tra l’altro: «Con un breve tratto di penna Galli della Loggia mette in discussione sessant’anni di conquiste democratiche del sistema formativo italiano»

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Un’idea ben misera di scuola e di civiltà

«Quello che, nonostante tutto, persiste – scrive Giovanni Merlo, a proposito di un recente articolo di Ernesto Galli della Loggia, che imputa i mali della scuola italiana alla convivenza nelle aule tra i ragazzi “normali” con quelli con disabilità – non è il mito dell’inclusione, ma quello della separazione e quello dell’esclusione. Quello che, nonostante tutto, qualcuno si ostina a pensare è che si crescerebbe meglio stando solo con quelli che ci assomigliano, soprattutto se apparteniamo ad un gruppo forte e vincente. Un’idea ben misera di scuola e un’idea ben misera di civiltà»

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Comune condannato, ma diritto allo studio non ancora garantito

Nel mese di marzo dello scorso anno una famiglia aveva vinto una causa intrapresa contro il Comune di Pinerolo (Torino), e il Giudice aveva stabilito il diritto di uno studente con autismo di 15 anni di essere affiancato dalla figura dell’assistente alla comunicazione, come previsto dal suo Piano Educativo Individualizzato. Tuttavia a settembre i problemi si sono ripresentati, perché l’assistente alla comunicazione assegnato per il nuovo anno scolastico non è adeguato alle esigenze del ragazzo il cui diritto allo studio, quindi, non è ancora garantito

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“Tinteggiare” la scuola, ossia essere protagonisti di un nuovo bene

«Raschiando il fondo del barile di qualche esangue capitolo di spesa – scrive Orlando Quaglierini -. la professoressa Canfora, che dirige l’Istituto Morano di Caivano presso Napoli, ha comprato tinta e pennelli e, coinvolgendo studenti e genitori, ha riverniciato l’intera scuola dentro e fuori, ottenendo così tre risultati, il più importante dei quali è stato quello di ristabilire un patto educativo venuto meno negli ultimi anni. Grazie Eugenia! Non saranno i soldi o i progetti che cambieranno quell’istituto di scuola secondaria superiore, ma la voglia di essere protagonisti di un nuovo bene»

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Decreto Inclusione: perché quest’anno si deve fare (molto) di più

«Senza l’applicazione degli indifferibili principi “inclusivi” contenuti nel Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione scolastica – scrive Gianluca Rapisarda -, Decreto emanato ormai sei anni e mezzo fa, difficilmente quella norma riuscirà a farà transitare la scuola italiana dalla vecchia dimensione integrativa alla nuova cultura dell’inclusione per tutti. Spero tanto di sbagliarmi e che la “luce” di questo nuovo anno porti agli alunni e alle alunne con disabilità del nostro Paese il “regalo” di una scuola diversa e veramente inclusiva»

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Il sostegno e la cristallizzazione delle consuetudini che si autoalimentano

«Tutti sembrano essersi dimenticati, o non l’hanno mai saputo – scrive Orlando Quaglierini -, che l’insegnante specializzato – impropriamente chiamato “di sostegno” – non doveva essere l’insegnante dell’alunno/studente con disabilità, ma doveva rappresentare “una” delle forme di sostegno alla classe. Si è così cristallizzata una consuetudine che autoalimentandosi crea un circolo vizioso e consolida la pratica della “delega”, aumentando la discrepanza fra mezzi e fini. Ma per colmare quella discrepanza, è necessario che i “mezzi” tornino ad avere un’anima… per questo, però, bisogna crederci»

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Sulle tracce di Andrea Canevaro: testimonianze di chi ne prosegue il cammino

La recente quattordicesima edizione del Convegno Internazionale “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”, organizzato dal Centro Studi Erickson a Rimini, è stata la prima che si è svolta senza Andrea Canevaro, uno dei “padri” della Pedagogia Speciale in Italia, Diamo qui spazio alle iniziative promosse per l’occasione da Marco Pontis, uno di coloro che si muovono proprio “sulle tracce” di Canevaro

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“Lettura al Buio”: a Foggia un laboratorio per simulare le disabilità visive

Permettere ai partecipanti, insegnanti compresi, di potersi immergere in un’esperienza simulata, vivendo in prima persona difficoltà e barriere quotidiane affrontate dalle persone con disabilità visive: è l’obiettivo del laboratorio di simulazione delle disabilità visive “Lettura al buio”, promosso per il 19 dicembre dal Centro di Ricerca “Learning Science Hub” dell’Università di Foggia, su iniziativa di Giusi Antonia Toto, docente di Didattica e Pedagogia Speciale nel medesimo Ateneo

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Servono quanto prima gli atti applicativi del Decreto sull’inclusione

«È interessante – scrive Salvatore Nocera – la proposta avanzata da Gianluca Rapisarda, secondo cui la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità dovrebbe diventare il “manifesto” della scuola italiana contro i pregiudizi e per i diritti umani. Ne aggiungo un’altra, rivolta anch’essa alla Federazione FISH, per un’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, facendo sì che esso produca gli atti applicativi del Decreto 66/17 sull’inclusione, fermi dal 2017, se è vero che proprio quel Decreto è stato il primo che ha recepito per la scuola i princìpi della Convenzione ONU»

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Montessori: dall’educazione dei bambini con disabilità alla scuola di tutti

È la didattica inclusiva che trasforma l’ambiente educativo, coinvolgendo e favorendo la crescita dell’intera comunità scolastica e anche l’attuale orientamento di concezione della disabilità è legato ad un modello sociale che vede la condizione della persona come il prodotto fra il suo livello di “funzionamento” e il contesto di vita. Con altri termini era questa, in estrema sintesi, l’intuizione di Maria Montessori, una figura ancora oggi non valutata e valorizzata quanto meriterebbe e il cui percorso educativo prese le mosse proprio dalla disabilità

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