Il sostegno e la cristallizzazione delle consuetudini che si autoalimentano
«Tutti sembrano essersi dimenticati, o non l’hanno mai saputo – scrive Orlando Quaglierini -, che l’insegnante specializzato – impropriamente chiamato “di sostegno” – non doveva essere l’insegnante dell’alunno/studente con disabilità, ma doveva rappresentare “una” delle forme di sostegno alla classe. Si è così cristallizzata una consuetudine che autoalimentandosi crea un circolo vizioso e consolida la pratica della “delega”, aumentando la discrepanza fra mezzi e fini. Ma per colmare quella discrepanza, è necessario che i “mezzi” tornino ad avere un’anima… per questo, però, bisogna crederci»