«Investimenti straordinari e finalizzati al raggiungimento di obiettivi precisi, accordi con le regioni più efficienti e valorizzazione del ruolo delle organizzazioni civiche nella valutazione della qualità e della sicurezza delle prestazioni sanitarie».
Questo è quanto chiede CittadinanzAttiva per superare l’emergenza sanitaria nelle regioni del Sud d’Italia, di cui discute in questi giorni la specifica Commissione d’inchiesta del Senato.
«Da anni – dichiara Stefano Inglese, responsabile nazionale del Tribunale per i Diritti del malato-CittadinanzAttiva – denunciamo la condizione precaria del servizio sanitario pubblico nelle regioni meridionali e il divario infrastrutturale e organizzativo che obbliga i cittadini a spostarsi per un ciclo di radioterapia o per una diagnosi un po’ più complessa, per non parlare del quadro allarmante emerso nel corso degli ultimi mesi in alcune realtà come quella siciliana».
Il problema, secondo CittadinanzAttiva, è abbastanza chiaro e non risiede certo nella mancanza di risorse finanziarie per il Sud, quanto nell’incapacità di gestirle al meglio per il bene della comunità piuttosto che per la cura di interessi privati.
«Ora – conclude la nota – servono innanzitutto investimenti mirati dietro conseguimento, in tempi certi, di obiettivi ben definiti. Ad esempio, la costruzione di nuovi centri di radioterapia, che al Sud sono inferiori del 50% rispetto alle necessità, il potenziamento della rete di emergenza ed urgenza, la messa a punto di sistemi di prevenzione degli errori medici. Necessitano poi accordi con le regioni più efficienti, per garantire l’utilizzazione di soluzioni già sperimentate con successo, all’insegna di un federalismo solidale e per arrivare ad una piena utilizzazione dei fondi già stanziati. Appare infine indifferibile un maggiore investimento sul ruolo delle organizzazioni civiche nella valutazione della qualità e della sicurezza delle prestazioni e dell’orientamento del servizio ai cittadini. Ad esempio, la Regione Puglia e Cittadinanzattiva stanno lavorando insieme per l’introduzione dell’audit civico [istituzione tesa a valutare la centralità del cittadino in ambito di scelte sanitarie, N.d.R.] in tutte le strutture sanitarie e ospedaliere della Regione, un modo per rendere più verificabile e trasparente l’impegno del governo regionale a sostegno del servizio sanitario pubblico».
(S.B.)
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