Dapprima la voce delle Associazioni e quella del XII Municipio di Roma (se ne legga cliccando qui), che accusavano il Comitato di Quartiere di Vitinia – frazione di Roma – di rifiutare l’avvio di un progetto residenziale dedicato a persone con disabilità psichica, come stabilito da una specifica Delibera (la si legga cliccando qui). Successivamente la risposta dello stesso Comitato di Quartiere (se ne legga cliccando qui), il cui rappresentante aveva dichiarato di aver proposto un’interrogazione al XII Municipio di Roma, «proprio per tutelare e non per discriminare le persone con disabilità», ritenendo la situazione del territorio del tutto inadatta (e “vuota” di servizi di ogni tipo) a una struttura del genere. Infine la voce dei genitori di quelle persone con disabilità (la si legga cliccando qui).
Con quest’ultimo contributo ritenevamo di avere fornito ai Lettori un quadro sufficientemente ampio di tutte le posizioni espresse, ma avevamo anche aggiunto che come sempre le nostre pagine sarebbero rimaste aperte a ogni altra motivata testimonianza sulla questione. Riteniamo quindi doveroso dare spazio all’ulteriore replica ricevuta dal presidente dimissionario del Comitato di Quartiere di Vitinia Michele De Maio(S.B.)
«Carissimi Genitori delle persone con disabilità che utilizzeranno il Centro Diurno di Vitinia, pur con la consapevolezza di trovarmi di fronte a genitori che si trovano ad affrontare quotidianamente problemi seri in un contesto alquanto lento e apatico a risolverli con l’immediatezza necessaria, non accetto in alcun modo lo scritto velatamente sarcastico e disinformato apparso a vostra firma sul sito a cui mi sto rivolgendo e indirizzato a me in maniera inequivocabile. E questo per i seguenti motivi.
Credo (e non vado oltre) che nessuno di voi – non so fino a che punto volutamente o meno – abbia attentamente letto la prima parte del messaggio chiarificatore da me inviato in risposta al presidente del Consiglio del Municipio XII Marco Cacciotti e pubblicata sul presente sito grazie alla Signora Anna Fabbricotti, che colgo qui l’occasione per ringraziare ancora una volta per aver capito come realmente siano andate le cose [se ne legga cliccando qui, N.d.R.]. Ritengo infatti che dal citato messaggio siano state estrapolate, virgolettandole o meno, solo le parole e le frasi ritenute più consone ad impostare, in maniera del tutto unilaterale e forzata, una vostra soggettiva ricostruzione dei fatti, faziosa e, a mio avviso, anche offensiva.
Inoltre, la Delibera 17/09, cui nel vostro scritto si fa riferimento, non parla assolutamente di Centri Diurni, come invece erroneamente viene affermato. Chiedo pertanto fermamente di provvedere a correggere con immediatezza la vostra errata connotazione data al mio scritto, definito “un goffo tentativo di ricucire” o un volermi “tirare indietro per non perdere la faccia”. Ciò al fine di non dover far valere i miei diritti in altra sede.
Sia chiaro che non ho nulla da giustificare o da “ricucire” o di cui debba scusarmi e non intendo più ripetermi. Il mio solo errore, se di errore si tratta, è stato l’aver dato per scontato che un’Amministrazione nuova rispetto a quella che l’aveva preceduta si dovesse, in un certo senso, far carico di impegni presi in precedenza e noti a tutti. Prendo atto che così non è.
Genitori carissimi, vi auguro di difendere a lungo i vostri figli affinché i loro sacrosanti diritti siano tenuti nella giusta considerazione, ma, vi avviso che state accettando palliativi necessari che tuttavia, alla lunga, potrebbero risultare anche ingannevoli. Era mio dovere avvisarvi.
Quel che è accaduto non riesco ancora a spiegarmelo. Non ho ancora capito il perché sia stata “scaricata” su di voi una problematica che non voleva né doveva coinvolgervi. Io non ho inviato a Superando alcun documento o e-mail, eppure qualcuno dei destinatari della mia e-mail (Interrogazione Urgente al Presidente del Municipio XII), invece di rispondermi, come avrebbe dovuto, sulla base dei suoi contenuti, si è sentito in dovere (e non capisco il perché) di farvi pervenire uno scritto che, letto da costui – dopo averlo raccordato alla personale conoscenza delle necessità di Vitinia – poteva tradursi in una semplice risposta (per altro richiesta nella stessa e-mail): “Non possiamo soddisfare le vostre esigenze in quanto abbiamo deciso di soddisfarne altre ritenute più pressanti. Per di più lasciate ai nostri tecnici decidere la bontà delle nostre scelte. Vi prego, infine, di far conoscere, con cortese urgenza, cosa intendete dire con la vostra affermazione ‘ostacolare l’applicazione della Delibera’”. Avrei sicuramente risposto come ho fatto con Marco Cacciotti, esplicitando il tutto e la vicenda si sarebbe conclusa lì (per fare ulteriore chiarezza preciso che fin dal giorno della lettura della mia Interrogazione urgente, ho precisato verbalmente a più attori di questa incresciosa vicenda che per “ostacolare” intendevo dire “ricorrere a vie legali per impugnare la delibera presso il TAR”). Nulla di tutto questo.
Vi viene, per contro, fatta impropriamente pervenire (violando anche la legge sulla privacy) una e-mail in cui nessuno di voi è in indirizzo. Contemporaneamente, un gruppo di mamme che non conosco e dal cui operato mi sono più volte dissociato, fa una “visita” al Diurno di Via Gadda e subito dopo (lo posso capire anche sulla base del fatto che so per certo che nessuno vi ha chiarito cosa intendessi affermare con la parola “ostacolare”) la lettura della mia e-mail assume, da parte vostra, un diverso significato e io vengo “crocifisso” per colpe non commesse, con un “processo”, a dir poco, sommario, non basato su quanto scritto, bensì su mie presunte intenzioni. Vi sembra una cosa seria?
Perché, così come sicuramente voi sarete stati avvisati su un’imminente soluzione delle vostre problematiche, alla stessa maniera i Vitiniesi non sono stati informati dell’ulteriore mancata soluzione di uno dei loro tanti problemi, ripetutamente e inutilmente rappresentato, per dare ad esso una soluzione, ovvero la presenza di un asilo nido? Comprendo che è molto difficile, per chi non conosce la storia di Vitinia, intuire come realmente stiano le cose!
Per concludere, abbiamo convenuto da tempo che il diritto ad avvalersi di un Diurno sia paritario al diritto ad avvalersi di un asilo nido (e non può esserci interpretazione diversa). Fatto sta che voi avrete il vostro sacrosanto Diurno, noi, almeno in base alle conoscenze che ho, non avremo un asilo nido; è una scelta strategica che non mi compete né voglio mettere in discussione, ma che nessuno mi può impedire di non condividere. Entrambi abbiamo chiesto un diverso utilizzo di locali “disponibili”, voi non conoscendoli, noi avendoli utilizzati per cinquant’anni e venendone, alla fine, “privati” per scelte che, giustamente, appartengono alle Autorità all’uopo preposte.
A me non spetta che trarne le mie personali deduzioni. Basta parlarci fra soggetti paritari, impotenti rispetto a scelte che non competono loro. Ognuno di noi doveva far valere le proprie necessità nei luoghi ove le stesse potevano essere prese in considerazione. Pur avendolo fatto, si è finito invece per parlarci impropriamente fra noi. Ai posteri la risposta del perché di un finale così inaspettato e inadeguato. Sicuramente, in un qualche contesto, penso di essere stato assunto da “capro espiatorio” per motivi che mi sfuggono. Avrò tutto il tempo necessario per scoprirlo e rivalermi.
Continuerò soprattutto a battermi per ottenere, come possibile futuro utilizzatore (logicamente come nonno), anche un asilo nido. Ma ciò appartiene al futuro. In ogni caso, alla luce del comportamento fin troppo affrettato e disinvolto tenuto per l’occasione dai nostri comuni Amministratori e in considerazione del fatto che taluni abitanti di Vitinia abbiano ostinatamente voluto agire per proprio conto, mettendomi – con il loro involuto modo di fare – in chiara difficoltà (anche se, ripeto, riesco intuitivamente a comprendere “l’irrazionalità della disperazione”), poiché è stata montata sulla vicenda una polemica sterile, inopportuna, male interpretata e per di più offensiva, sfociata in un’infelice “guerra fra poveri”, mi sono dimesso da presidente del Comitato di Quartiere per sottolineare, con il mio gesto, la mistificazione che è stata fatta della realtà posta sotto osservazione, la scarsa considerazione che continuano ad avere i problemi di Vitinia, l’incoerenza che anima alcuni concittadini che prima mi chiedono di interessarmi dei loro problemi e poi finiscono con l’agire di testa propria.
Ringrazio questo sito per l’ospitalità data alla mia e-mail, inviata da un semplice cittadino di Vitinia, ben informato sui fatti di cui si è finora fin troppo impropriamente discusso.
Michele De Maio»
Un’unica precisazione doverosa da parte nostra: a informarci della vicenda, come avevamo scritto nel primo articolo dedicato alla stessa (lo si legga cliccando qui), era stata l’Associazione AISA, che successivamente – tramite Anna Fabbricotti del suo Ufficio Stampa – «si era scusata per essersi fatta voce di posizioni per lo meno poco obiettive sull’intera vicenda» (se ne legga cliccando qui).
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