È approdata in Parlamento la vicenda del grave atto intimidatorio di Lamezia Terme (Catanzaro), nei confronti della Comunità Progetto Sud, con la manomissione dei freni di due autoveicoli adattati alle persone con disabilità, uno dei quali di Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Un fatto cui abbiamo dedicato ampio spazio nei giorni scorsi, ricevendo anche decine di messaggi di solidarietà da trasmettere a Nunzia Coppedé, «un attentato e non un semplice avvertimento», come l’aveva definito don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud.
Ebbene, è stata ora la parlamentare del Partito Democratico Doris Lo Moro, segretario della Commissione Affari Costituzionali della Camera, a rivolgere al ministro dell’Interno Roberto Maroni un’Interrogazione in merito al grave atto intimidatorio di Lamezia Terme, ai danni della Progetto Sud, «Comunità – ha scritto la deputata – che da più di trent’anni opera nel territorio lametino e le cui strutture sono ospitate in locali confiscati ai clan della ‘ndrangheta».
Lo Moro – che nei giorni scorsi ha anche incontrato i destinatari dell’intimidazione – ha ricordato in particolare che una delle macchine manomesse nella notte tra il 2 e il 3 novembre «appartiene a Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria e attivissima rappresentante del mondo dei diversamente abili, che si trovava con altre persone a bordo dell’auto alla quale erano stati tranciati di netto i tubi dei freni: solo grazie al tempestivo azionamento del freno a mano da parte di chi era al volante sono state evitate gravi conseguenze».
«Il sabotaggio dei due veicoli – scrive la parlamentare nell’Interrogazione – rappresenta un gravissimo atto intimidatorio nei confronti della Progetto Sud, impegnata quotidianamente in molteplici attività di carattere sociale, quali incontri sulla legalità e su tematiche economiche, riabilitazione motoria e recupero dei tossicodipendenti. Le modalità di manomissione delle due autovetture, che avrebbero dovuto percorrere una discesa ripida per immettersi sulla strada comunale, portano anzi a ritenere che chi ha agito abbia messo in conto di poter nuocere alle persone che avrebbero viaggiato sui veicoli, accettando conseguentemente il rischio di minare, anche in maniera grave, alla loro incolumita».
«Si chiede dunque al ministro dell’Interno – conclude l’Interrogazione – quali valutazioni intenda fornire in proposito» e «se siano state attivate indagini riguardo al sabotaggio operato ai danni delle due autovetture». (S.B.)
Il nostro sito si è occupato della vicenda con gli articoli intitolati Solidali e vicini a Nunzia Coppedé, disponibile cliccando qui, Questa vicenda non deve cadere nel silenzio e nell’indifferenza, disponibile cliccando qui, È stato un attentato, non un semplice avvertimento!, disponibile cliccando qui e Colpire la Comunità Progetto Sud è colpire tutte le persone oneste, disponibile cliccando qui.