Il 21 giugno scorso, la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), organizzazione che rappresenta oltre duecento associazioni lombarde di persone con disabilità e dei loro familiari e che costituisce la componente regionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ha presentato un denuncia-querela nei confronti del settimanale «Panorama» per la ben nota copertina del 24 marzo scorso – cui tanto spazio ha dedicato anche il nostro sito – che rappresentava un Pinocchio in carrozzina, affiancato dalla scritta SCROCCONI a caratteri cubitali.
«Vi ricordate – si legge in un comunicato della LEDHA – di quella copertina del periodico “Panorama” del marzo scorso, in cui fu messo a tutta pagina Pinocchio in carrozzina? E il contenuto di quell’articolo, di fatto una velina della direzione dell’INPS, per giustificare i controlli a tappeto che colpiscono le vere persone con disabilità? Quella copertina sollevò tantissima indignazione e numerose proteste. Da “Panorama” non venne nessuna risposta e nessuna offerta di ospitare un articolo che proponesse una tesi diversa [in tal senso anche il nostro sito aveva ospitato la lettera aperta della LEDHA, intitolata Attendiamo le scuse dal direttore di “Panorama”, disponibile cliccando qui, N.d.R.]. Sono passati tre mesi, ma noi non abbiamo dimenticato! Abbiamo deciso di essere coerenti con quello che allora denunciammo e cioè che quella copertina non fosse stata pubblicata a caso, ma si inserisse in una campagna diffamatoria complessiva che mirava a mettere in discussione le conquiste sociali delle persone con disabilità, descrivendole come “scroccone”, “improduttive” e “incompatibili” con una normalità scolastica».
Per tutto questo, dunque, la LEDHA – rappresentata dagli avvocati Alessandra Rossari e Giacinto Corace – ha presentato presso la Procura della Repubblica del Tribunale Ordinario di Milano una denuncia-querela nei confronti dell’autore dell’articolo, Stefano Vespa, del direttore del settimanale «Panorama» Giorgio Mulè, nonché nei confronti dell’editore del periodico e di tutte le persone ritenute responsabili per i reati previsti e puniti dall’articolo 596 bis del Codice Penale (Diffamazione col mezzo della stampa) e per tutti gli altri reati che si riterrà opportuno ravvisare nella fattispecie.
«Si è trattato – spiega il presidente della LEDHA Fulvio Santagostini – di una scelta non facile e ponderata, ma quando una Federazione come la LEDHA ha dedicato tutta la sua storia a difendere i diritti e la dignità delle persone con disabilità, non può tirarsi indietro di fronte a una questione come questa. In quest’ultimo anno abbiamo visto e sentito dichiarazioni agghiaccianti e stiamo subendo un attacco senza precedenti contro la dignità dei Cittadini italiani con disabilità: è ora di dire basta! E questa denuncia sta a significare che certe battaglie vanno fatte solamente perché è giusto farle».
A spiegare il fondamento giuridico dell’azione legale è l’avvocato Gaetano De Luca del Servizio Legale della LEDHA: «L’immagine e le parole apparse sulla copertina e contenute nell’articolo costituiscono senza alcun dubbio una grave offesa e lesione della dignità della generalità delle persone con disabilità, la cui esistenza è già messa ampiamente in difficoltà da tutta una serie di ostacoli economici, sociali e culturali. La copertina del settimanale rappresenta uno stigma gravissimo per tutte le persone con disabilità, in quanto attraverso l’immagine del Pinocchio in carrozzina e la frase “scrocconi” non si distingue ed evidenzia il fenomeno dei falsi invalidi, ma si generalizza, indicando proprio la carrozzina (simbolo riconoscibile da tutti per denotare la disabilità vera) come problema. In un periodo di forte crisi economica e sociale, utilizzare la stampa per trasmettere e comunicare un’immagine della disabilità non solo come un peso insostenibile, ma addirittura come responsabile in modo generalizzato di truffe ai danni della collettività, costituisce un comportamento di indubbia rilevanza penale, oltre che deontologicamente scorretto, in quanto pregiudica la reputazione, l’immagine, l’onore e la dignità di tutte le persone con disabilità. Dignità peraltro già ampiamente violata dal taglio dei servizi socio-sanitari e dall’inadeguata predisposizione di servizi di supporto finalizzati a rimuovere gli ostacoli che quotidianamente ne impediscono una piena partecipazione e inclusione sociale».
«Il rischio di una comunicazione giornalistica di questo tipo – conclude De Luca – è per altro quello di indurre e rafforzare nell’opinione pubblica e nella coscienza sociale un atteggiamento di diffidenza e paura verso la diversità costituita dalla condizione di disabilità, atteggiamento che potrebbe giustificare o quanto meno contribuire a non riconoscere le numerose discriminazioni che le persone con disabilità subiscono quotidianamente». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficio.stampa@ledha.it.