Sono giorni di grande preoccupazione per le persone con grave disabilità e per le loro famiglie. Domani [oggi, N.d.R.] è prevista infatti la presentazione della manovra correttiva di finanza pubblica e, tra questi, i provvedimenti mirati a contrastare il fenomeno dei cosiddetti “falsi invalidi”.
In realtà l’intenzione del ministro Tremonti è quella di tagliare i servizi alle persone disabili, scaricando i costi della crisi sui più deboli e sulle famiglie. Il Governo, infatti, sembra voler introdurre restrizioni nelle condizioni per la concessione delle indennità di accompagnamento, che verrebbe collegata a un non meglio definito limite reddituale. In tal modo accadrà che le famiglie più ricche potranno garantire un’assistenza dignitosa, mentre quelle più povere saranno abbandonate al proprio destino.
Vorrei ricordare che l’indennità di accompagnamento è una provvidenza assistenziale introdotta nel 1980 a favore degli invalidi civili totali che non sono in grado di deambulare autonomamente o senza l’aiuto di un accompagnatore o non sono in grado di svolgere autonomamente gli atti quotidiani della vita. Fra le condizioni di esclusione c’è quella di essere ricoverati in istituto a carico dello Stato o degli Enti Locali. E per questo, finora, non era previsto alcun limite reddituale poiché veniva considerata un’indennità per servizi assistenziali che lo Stato non eroga.
Ora Tremonti e il Governo toglierebbero anche uno dei pochi diritti certi ed essenziali di moltissime persone con gravissima disabilità, senza per altro nemmeno consultare queste ultime e coinvolgerle nel confronto con le parti sociali.
Se infine a ciò si aggiungono le possibili riduzioni dei trasferimenti alle Regioni per le politiche sociali e la reintroduzione di alcuni ticket sanitari, si comprende bene quanto possa essere dannosa tale manovra economica e come si stia di fatto smantellando un pezzo rilevante del welfare.
*Consigliere della Regione Campania. Donna con disabilità.
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