L’ennesimo “polverone” sollevato nei giorni scorsi dal Governo – complici gli organi d’informazione – sulla questione dei cosiddetti “falsi invalidi”, unitamente al farci apparire come gli “affossatori dell’economia italiana” a causa dell’indennità di accompagnamento «assolutamente da tagliare per ridurre il deficit» e presentando al tempo stesso una proposta di “taglio” del 5% dei lauti stipendi dei parlamentari (circa 16.000 euro al mese oltre ai vari appannaggi di casta), tende a nascondere il vero grosso pericolo che corrono le persone con disabilità e le loro famiglie.
Infatti, la battaglia dovrebbe essere innanzitutto condotta non contro gli invalidi “falsi”, bensì contro “i veri truffatori normaloidi” che sfruttano il dolore altrui con atti fraudolenti, a partire da costoro, ma senza dimenticare i componenti delle Commissioni accertatrici, compresi quei medici rappresentanti anche di alcune Associazioni, di cui nessuno parla e scrive.
E il “taglio” all’indennità di accompagnamento, collegandola al reddito, sarebbe assurdo e passibile persino di denuncia alla Corte Europea di Strasburgo, in quanto violerebbe addirittura la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Il vero pericolo, invece, è la possibilità di una “leggina” o di un articolo della prossima Finanziaria con cui il Governo potrebbe pretendere che tutte le forme di sostegno per l’inclusione sociale dei disabili siano collegate al reddito “familiare” e non a quello personale. Il provvedimento farebbe presa presso i cittadini, dopo tanto bombardamento mediatico che ci fa quasi passare per una sorta di “delinquenti”: noi, non chi vorrebbe decurtare demagocicamente di una “briciola” il reddito parlamentare!
Per quanto poi concerne l’indennità di accompagnamento, la Lega Arcobaleno non accetta alcun taglio né alcuna discriminazione, nemmeno quella erogata agli anziani come da articolo 15 [“Sostegno domiciliare per le persone anziane non autosufficienti, N.d.R.] della Legge 328/00: l’indennità, infatti, viene erogata a motivo dei mancati servizi di sostegno e tagliarla causerebbe un danno individuale non copribile dall’obbligato ulteriore sostegno da parte dei figli. Accettare ciò – anche se in via subordinata e ipotetica – significherebbe snaturarla, cosa accettabile solo allorché tutti i servizi necessari per l’inclusione fossero erogati e fruiti da tutti coloro che ne necessitano.
*Presidente della Lega Arcobaleno.
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