«Al momento di pagare – ci scrive una Lettrice con disabilità visiva, raccontando la sua esperienza in un esercizio commerciale – l’esercente mi ha consegnato il nuovo POS fornitole dalla sua banca, mostrandosi alquanto preoccupata che io potessi usarlo, visto che si trattava di un POS touchscreen [il POS, “Point of Sale”, ovvero letteralmente “punto di vendita”, è quel dispositivo che consente di pagare con bancomat o carta di credito. “Touchscreen” sta per schermo tattile, N.d.R.] . Il nuovo dispositivo, infatti, non ha nessun segno che possa essere utile per orientarsi sulla tastiera e men che mai è dotato di sintesi vocale. Ciò significa che per le persone non vedenti e ipovedenti è praticamente impossibile da utilizzare, se non comunicando il codice della propria carta a terze persone, cosa che viola, senza ombra di dubbio, il diritto alla privacy e alla sicurezza».
«Nel mio piccolo – aggiunge la Lettrice – ho già provveduto a scrivere alla mia banca e a Poste Italiane, per sensibilizzare sulla questione, prima che questi dispositivi si diffondano in tutti gli esercizi commerciali, creando non inclusione, ma una nuova, ulteriore barriera».
Naturalmente condividiamo, considerando amaramente che in casi come questi, purtroppo, quando ci si “dimentica” di prendere in considerazione le esigenze di tutti i cittadini, le nuove tecnologie, anziché semplificare la vita, rischiano di complicarla ulteriormente. Ci auguriamo, dunque, che si provveda a trovare una soluzione al problema. (S.B.)
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