
Lo spettatore del film Lo scafandro e la farfalla (Le scaphandre et le papillon) – opera francese del 2007 di grande umanità ed elevato livello artistico – “vede” il mondo attraverso l’occhio sinistro del protagonista, l’unico organo intatto in un corpo rimasto paralizzato e senza l’uso della parola dopo un malore.
Giornalista affermato, Jean-Dominique Bauby – dal cui racconto autobiografico è stato tratto il film diretto da Julian Schnabel e sceneggiato da Ronald Harwood – si risveglia dal coma imprigionato in un corpo pesante come uno scafandro, ma il suo pensiero vola libero come una farfalla.
E sarà proprio Lo scafandro e la farfalla al centro del nuovo appuntamento previsto per mercoledì 6 maggio a Milano (Aula NI 110 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Via Nirone, 15, ore 14.30-18), nell’àmbito del Laboratorio di Bioetica e Cinema, iniziativa promossa dal Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica e da noi ampiamente presentata qualche tempo fa.
La rassegna, lo ricordiamo, è patrocinata dall’ALMED (Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo) e dai Dipartimenti di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo e da quello di Filosofia dell’Università organizzatrice.
Anche in questo caso, così come nelle occasioni precedenti e successive, il film sarà introdotto e presentato dal punto di vista bioetico e cinematografico e al termine della proiezione seguirà un commento e un dibattito.
Il comitato scientifico che cura il Laboratorio di Bioetica e Cinema è composto da Adriano Pessina, direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano, da Fausto Colombo e Ruggero Eugeni, che nel medesimo Ateneo dirigono rispettivamente il Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo e l’ALMED. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Silvia Bressi (centrodibioetica@unicatt.it).
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