Servirebbero politiche più coraggiose, civili e solidali

di Elisabetta Gasparini* e Rossano Besazza*
Superato in qualche modo l'ostacolo dei ponti e raggiunti i rappresentanti istituzionali della Regione Veneto, i tanti manifestanti del 23 giugno a Venezia si sono dovuti scontrare con ben altro tipo di barriere, come quelle poste da un assessore alle Politiche Sociali, che dichiara più volte «il proprio limite d'azione, condizionato dall'insufficienza delle risorse stanziate». Dimenticando, però, che le scelte politiche che portano all'incremento dei finanziamenti per le politiche sociali e per i servizi non sono necessariamente immutabili e dovrebbero essere più coraggiose, civili e solidali

Una tra le tanti manifestazioni del 23 giugno di persone con disabilità e dei loro familiariÈ partita da Piazzale Roma e si è diretta a Palazzo Balbi, sede della Regione Veneto, la manifestazione del 23 giugno di Venezia, nell’ambito della mobilitazione nazionale indetta dal Forum del Terzo Settore e dalla Campagna “I diritti alzano la voce” (se ne legga nel nostro sito cliccando qui e qui), per protestare contro i tagli alle politiche sociali e per la riforma del welfare, cui hanno aderito sin da subito anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).
Nei giorni precedenti l’iniziativa avevamo dato ampio spazio alle istanze espresse dalle varie componenti della FISH Veneto (se ne legga cliccando
qui e qui). Oggi riceviamo e ben volentieri pubblichiamo quanto riferiscono Elisabetta Gasparini e Rossano Besazza, sempre in rappresentanza della FISH Veneto e anche del Movimento Regionale per la Vita Indipendente e della UILDM di Venezia (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), associazione particolarmente attiva in tale circostanza.

Cartelli, striscioni e lo slogan Chi nega i diritti cancella le persone: i tanti manifestanti del 23 giugno a Venezia, diretti alla sede della Regione Veneto, sono stati fermati in Campo San Tomà dalle forze dell’ordine, che hanno loro impedito di proseguire sino al vicino Palazzo Balbi, raggiungibile attraverso un ponte e una calletta piuttosto stretta.
Già i ponti… Come hanno fatto le persone con disabilità in carrozzina, particolarmente con carrozzine elettriche, a partecipare alla mobilitazione? Hanno raggiunto Palazzo Balbi via acqua, grazie ai trasporti dedicati, messi a disposizione dal sempre disponibile Comune di Venezia, entrando direttamente dal Canal Grande nel Palazzo e non potendo più uscirne!
Pur “spaccata” in questo modo, la manifestazione ha avuto comunque successo, aggiungendosi alle numerose iniziative di tante altre piazze italiane.
Al centro della giornata, vi è stato un incontro – da parte di una nutrita delegazione di rappresentanti delle associazioni e dei sindacati – con l’assessore regionale alle Politiche Sociali Remo Sernagiotto e con altre figure istituzionali. Naturalmente un incontro svoltosi nell’atrio, vista l’inaccessibilità architettonica delle sale libere, nonostante l’incontro fosse stato annunciato assai per tempo…
Si è parlato di tavoli di lavoro, di programmazione, di appalti per le gestioni dei CEOD [Centri Educativi Occupazionali Diurni, N.d.R.], di inserimento lavorativo, di Livelli Essenziali di Assistenza e di Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociale, oltreché delle tanto sbandierate misure a sostegno della domiciliarità, della riduzione alle persone con disabilità del finanziamento per l’assistenza personale per la Vita Indipendente e in generale dell’inadeguatezza delle risorse rispetto alle domande e al crescente fabbisogno espresso.
Dopo avere clamorosamente glissato sulla compartecipazione di spesa per i CEOD e per l’assistenza domiciliare, l’assessore Sernagiotto ha ribadito più volte il limite del proprio potere d’azione, purtroppo condizionato – a suo dire – dall’insufficienza delle risorse stanziate, dimenticando, però, che le scelte politiche che portano all’incremento dei finanziamenti per le politiche sociali e per i servizi non sono necessariamente immutabili e potrebbero essere più coraggiose, civili e solidali e che è proprio il raddoppio del Fondo per la Non Autosufficienza è stato uno dei motivi alla base della manifestazione del 23 giugno.
Quanto ai diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, l’impressione ricevuta è sintetizzabile in una semplice frase: «Alzino pure la voce, anche se è così fastidioso ascoltarli!»…

*In rappresentanza della FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), del Movimento per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità Grave del Veneto e della UILDM Venezia (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).

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