«Non è ancora trascorso un mese dal suo incontro con la Consulta Regionale Disabili – aveva scritto all’inizio di gennaio il presidente della stessa Roberto Frullini, rivolgendosi al presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, in un testo da noi ripreso – nel corso del quale era stata manifestata la sua intenzione di porre la disabilità al centro dell’azione politica del suo Governo per il 2009, che la sua Giunta ha deliberato un importante atto di riordino sulla valutazione integrata del disabile in condizione di handicap e le procedure per la domanda e il riconoscimento dello stato di invalidità, ai sensi della Legge quadro n. 104 del 1992, senza avviare nessun processo di condivisione, o quantomeno consultazione, con la scrivente Consulta».
Il riferimento era alle Linee Guida per la valutazione integrata del disabile in condizione di handicap e alle procedure per la domanda e il riconoscimento dello stato di invalidità, approvate a fine dicembre dalla Giunta Regionale delle Marche, come avevamo a suo tempo riferito (se ne legga al testo disponibile cliccando qui).
In quell’occasione la Consulta invitava anche il presidente della Giunta Regionale e gli assessori competenti a partecipare ad una riunione, «al fine di effettuare un’analisi delle diverse tematiche ed elaborare una serie di proposte operative per migliorare la qualità della vita delle persone disabili nelle Marche».
Ebbene, ora quell’incontro c’è stato e in seguito ad esso la Consulta ha avviato una serie di consultazioni informali tra associazioni ed esperti in materia. Ma «l’esito di tale attività – come scrive ancora Roberto Frullini, in una nota di questi giorni – è stato alquante preoccupante, in particolare per le forti ricadute negative sulle persone disabili e le loro famiglie, prospettate da più interlocutori».
«Infatti – continua il comunicato della Consulta – l’uso dell’ICF [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, introdotta nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.] richiede una conoscenza approfondita dello strumento, delle sue caratteristiche e implicazioni, un’attenta e diffusa formazione tra gli operatori presenti nella rete socio-sanitaria. Il rischio è dunque quello che a fronte di una positiva intenzione si produca un risultato estremamente negativo. Per questo motivo chiediamo una sospensione della Delibera in attesa di una sua rivisitazione».
«A tal fine – è la conclusione della nota – ci permettiamo di suggerire il coinvolgimento in tale percorso di valutazione e verifica del gruppo di ricerca Headnet dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, coordinato da Matilde Leonardi».
Dal canto suo anche il CAT (Comitato Associazioni di Tutela) delle Marche – che raggruppa quindici organizzazioni di volontariato e di utenti operanti a livello regionale – condivide le riserve espresse dalla Consulta, ribadendo il rischio che la Delibera, «nonostante le buone intenzioni, possa produrre risultati del tutto negativi nei confronti dell’utenza. Ne riteniamo dunque anche noi opportuna la sospensione, in attesa di una sua rivisitazione». (S.B.)
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