«In Italia quasi 2 milioni di bambini e ragazzi tra 0 e 18 anni sono affetti da disturbi neuropsichici e del neurosviluppo, condizioni che rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria e sociale, e che necessitano di interventi diagnostico-terapeutici precoci per scongiurare lo sviluppo di gravi disabilità e ridurre l’impatto sui pazienti, sulle famiglie e sul Servizio Sanitario Nazionale»: lo dichiara Antonio D’Avino, presidente della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), in occasione della seconda Giornata Nazionale per la Promozione del Neurosviluppo di oggi, 11 maggio, evento promosso dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e da noi già ampiamente presentato nei giorni scorsi.
«Il pediatra di famiglia – sottolinea dal canto suo Carmelo Rachele, coordinatore nazionale dell’Area Neurosviluppo nella FIMP – è un osservatore privilegiato delle prime fasi della crescita e dello sviluppo psicomotorio del bambino. La sfida alla quale siamo chiamati a rispondere in quanto garanti delle cure primarie sul territorio è quella di giungere tempestivamente ad una “diagnosi del rischio”, per contribuire, insieme agli altri attori del Servizio Sanitario Nazionale, ad un percorso diagnostico-assistenziale valido per tutti i disturbi del neurosviluppo che sia precoce, appropriato e sostenibile nel pieno rispetto della dignità del bambino e della sua famiglia».
«Nelle loro molteplici e complesse manifestazioni – aggiunge D’Avino – i disturbi del neurosviluppo sono tra i problemi che sempre più frequentemente ci troviamo ad affrontare nei nostri studi. Anche per questo, dal 2020, il monitoraggio e l’osservazione di queste condizioni è parte integrante dei Bilanci di Salute, cioè di quei controlli di routine previsti dal Servizio Sanitario e realizzati dai pediatri di famiglia a determinate tappe di età definite in accordo con le singole Regioni. Aspetto, questo, che evidenzia il ruolo centrale degli stessi pediatri di famiglia per l’individuazione precoce della problematica e l’indirizzamento del paziente verso lo specialista di riferimento per una presa in carico tempestiva e appropriata. Ma il nostro ruolo non si esaurisce qui: il rapporto di fiducia con i nostri assistiti ci impone infatti di supportare bambini e ragazzi affetti dal disturbo lungo tutto il percorso di cura a tutela della salute complessiva del paziente e a sostegno dei loro familiari». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio stampa FIMP (Value Relations), a.delgiudice@vrelations.it (Angela Del Giudice); c.farroni@vrelations.it (Chiara Farroni).
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