Già protagonisti circa un anno e mezzo fa di una petizione lanciata per arrivare finalmente a una legge che tutelasse i giovani dislessici – documento ripreso anche dal nostro sito (se ne legga cliccando qui) – oggi i ragazzi e i genitori del Forum Dislessia Online – insieme all’attiva Associazione Italiana Dislessia (AID) – assistono alla ripresa dell’iter di quella norma, approvata al Senato il 20 giugno 2007 e ora in discussione alla Camera. In calce riassumiamo la situazione aggiornata, grazie a quanto comunicatoci dalla stessa AID.
Qui di seguito ospitiamo ben volentieri una riflessione dei componenti del Forum, in corrispondenza con questo che potrebbe essere un passaggio realmente fondamentale per le persone e le famiglie coinvolte in tali problemi.
In questi giorni è in discussione alla Camera un Disegno di Legge, già passato al Senato [il 20 giugno 2007, N.d.R.], in cui vengono finalmente riconosciuti e definiti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), come la dislessia, la disgrafia/disortografia e la discalculia, che interessano circa il 5% della popolazione scolastica.
Prima di tutto vogliamo ringraziare chi si è fatto carico di compiere questo grande passo che darà a tanti bambini e ragazzi la speranza di una vita scolastica meno frustrante e deludente, mettendoci al passo con gli altri Paesi europei, che hanno già da tempo adottato legislazioni ad hoc.
Inoltre vorremmo che tutti sapessero di cosa si tratta e quali sono le misure che verranno prese.
La cosa da chiarire subito è che i bambini e i ragazzi interessati dai DSA non prendono farmaci. Quindi, questa legge non servirà per arricchire alcuna casa farmaceutica e non ci saranno interessi “dietro”, se non quelli di questi allievi. Coloro che hanno un DSA non hanno malattie, non è possibile curarli e quindi i farmaci sarebbero inutili e dannosi. Sono bambini e ragazzi con intelligenza normale, spesso superiore alla media.
Come dice il testo approvato dal Senato, «i DSA impediscono l’utilizzo in maniera automatica e strumentale delle capacità di lettura, di scrittura e di calcolo e possono costituire una limitazione importante per l’apprendimento per alcune attività della vita quotidiana di queste persone».
Per poter essere alla pari con i loro compagni, quindi, questi bambini e ragazzi hanno bisogno di strumenti compensativi come l’uso del personal computer, della calcolatrice, degli audiolibri, non perché non sappiano leggere, scrivere e fare i conti, ma semplicemente perché hanno bisogno di essere alleggeriti in un compito per loro troppo faticoso: leggere, scrivere e fare conti mentali, per loro, non sono processi automatici come per i compagni.
Ad esempio, la decodifica di un testo o il richiamare alla memoria le tabelline li impegnano tanto da impedire loro di concentrare le energie in processi superiori come la comprensione del testo stesso o la risoluzione di problemi.
Saranno quindi previste dalla Legge – a seconda delle difficoltà individuali – delle “misure dispensative”, come ad esempio la dispensa dalla lettura a voce alta, dallo studio mnemonico delle tabelline e tempi più lunghi per prove scritte.
Questi non sono “privilegi”, come alcuni insegnanti sono portati a credere, disattendendo sistematicamente le Circolari Ministeriali che hanno finora regolato questa materia, in assenza di una vera legge. Non è possibile, infatti, distinguere un bambino o un ragazzo con DSA “a vista”, perché è in tutto e per tutto uguale agli altri. Semplicemente ha bisogno di particolari accortezze per poter partire più o meno alla pari con gli altri e avere uguali possibilità di accesso all’apprendimento e alla piena realizzazione della propria vita.
Per questo motivo, finora, la vita scolastica di questi bambini e ragazzi è stata una vera e propria tortura. Vengono sottoposti a umiliazioni, derisi, tacciati di pigrizia. Questo è molto ingiusto ed è un grosso rischio poiché è inevitabile che un bambino o un ragazzo con DSA, pur applicandosi e sforzandosi come e più degli altri, non possa ottenere gli stessi risultati dei compagni.
È un grosso rischio per la loro autostima, è un grosso rischio perché può portare a stati ansiosi, depressivi ed è un grosso rischio perché sono troppi i casi di abbandono scolastico dovuti proprio a questo. Infine, è un grosso rischio perché un bambino non capito a scuola diventa un emarginato e questo può facilmente portare a quel fenomeno che come sappiamo è sempre più diffuso nelle nostre scuole, quello del “bullismo”, di cui tanto si è parlato in questi ultimi anni. Questi ragazzi sono a rischio, diventando vittime di bullismo o essi stessi bulli.
Tutte queste ingiustizie mettono a rischio una crescita armonica, la giusta e piena realizzazione a cui ogni essere umano ha diritto. Questa legge, quindi, è un enorme traguardo al quale noi – genitori, bambini e ragazzi con DSA – guardiamo con grande speranza.
La Settima Commissione della Camera (Istruzione e Cultura) ha iniziato la discussione del testo che era stato approvato il 20 giugno 2007 al Senato.
In seguito alle osservazioni pervenute dall’AID (Associazione Italiana Dislessia) e da altre parti (Albo degli Psicologi), è stata effettuata un’audizione, l’11 ottobre 2007, durante la quale i rappresentanti della stessa AID hanno presentato alcune proposte di modifica. Tutte le proposte sono state accolte e integrate in un nuovo testo base del Disegno di Legge (n. 2843) e tutte le forze politiche hanno dichiarato il proposito di approvarlo al più presto in sede legislativa (cioè senza il passaggio in aula) per accelerare i tempi.
Ora è però necessario il parere di altre quattro Commissioni della Camera, la Prima (Affari Costituzionali), la Quinta (Bilancio), l’Undicesima (Lavoro) e la Dodicesima (Affari Sociali) e inoltre della Commissione Parlamentare per le Questioni Regionali. Necessario appare quindi che i pareri da queste Commissioni giungano al più presto alla Settima Commissione Istruzione e Cultura, per poter approvare definitvamente il testo alla Camera. Pertanto l’azione di sensibilizzazione dovrà ora essere rivolta soprattutto ai membri delle suddette Commisioni.
Si ricorda infine che sarà anche necessario successivamente un ulteriore passaggio al Senato.
(a cura dell’AID – Associazione Italiana Dislessia)
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