Sognare non solo a Natale
di Andrea Ponzano
«Metterci sempre, in quello che si fa, tutta l’illusione; non solo quando le cose vanno bene»: è il motto di Pablo Pineda, persona con sindrome di Down, arrivato a insegnare Educazione Speciale all’Università di Malaga, in Spagna, che a nostro avviso, anche “ufficiosamente”, meriterebbe parecchie copertine di giornali, come “Uomo dell’anno per il 2010”. Lo cita Andrea Ponzano, nel prendere spunto da un articolo di Franco Bomprezzi da noi pubblicato, ove si parlava della necessità di sognare. Un testo che ci sembra il modo migliore per augurare Buone Feste a tutti i nostri Lettori
Questo testo prende spunto dall’articolo di Franco Bomprezzi, da noi pubblicato qualche settimana fa, con il titolo Lasciatemi sognare la generazione del «pensiero globale»
(disponibile cliccando qui). Riprenderlo ci è sembrato il modo migliore per salutare tutti i nostri Lettori e augurare loro Buone Feste.
Che sogno, caro Franco! Non dobbiamo mai dimenticare che
la realtà di oggi è il sogno di ieri e che sogni improbabili, impossibili, persino inconfessabili, invece poi si sono realizzati!
La realtà di domani sarà inevitabilmente il sogno di oggi. Il progresso umano verso un destino di uguaglianza, giustizia, libertà (l’ordine dei fattori non è casuale) è inesorabile e costante, salvo alcune battute d’ arresto, regressioni o rallentamenti, piccoli incidenti di percorso se paragonati all’immensità della storia.
Sognare è utile e persino indispensabile. Ancora in troppi, anche all’interno del mondo stesso della disabilità, dovrebbero capire che il sogno e l’illusione non sono nemici dello sviluppo individuale e collettivo, ma li favoriscono.
Le pari opportunità passano sì attraverso il welfare, ma prima ancora verso un cambiamento culturale che deve partire da noi e che molti di coloro che avrebbero il compito di promuovere si ostinano a rallentare, perché lo ritengono di secondaria importanza o, peggio, proprio per il timore di sognare, di illudersi o di illudere coloro che cercano di proteggere, ma che spesso contribuiscono ad “emarginare amorevolmente”.
Voglio leggere, Franco, il suo bellissimo articolo come un ulteriore incoraggiamento a mettere da parte questo tipo di timori e prudenze, che credo siano il frutto di una mentalità antica e paternalistica, ormai superata dai tempi e dai fatti.
«Metterci sempre, in quello che si fa, tutta l’illusione; non solo quando le cose vanno bene». Con queste parole Pablo Pineda* ci insegna come lottare per i propri obiettivi. Parole che a mio avviso si ricollegano perfettamente con il sogno che Bomprezzi ha voluto condividere con noi.
*Pablo Pineda, persona con sindrome di Down, insegna Educazione Speciale all’Università di Malaga, in Spagna. Se ne leggano, nel nostro sito, gli articoli: Non sono più «l’eterno bambino», ora tocca a me insegnare!
(a cura di Mariangela Paone) (cliccare qui); Se le persone con disabilità vengono incluse nella società
(di Giampiero Griffo) (cliccare qui); Se vera inclusione è, dev’esserlo anche a scuola!
(di Giampiero Griffo) (cliccare qui); Le tante sfide del Professor Pineda e il Ministro Tremonti
(di Luisella Bosisio Fazzi) (cliccare qui).
L’articolo di
Franco Bomprezzi cui si fa riferimento nel presente testo è
Lasciatemi sognare la generazione del «pensiero globale» (cliccare
qui).
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22 Dicembre 2010
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