Questa è vera “caccia al Down”: è impossibile, infatti, definire diversamente quanto sta accadendo. Questo Governo è “cattivo” con gli ultimi e in particolare tiene nel mirino del fucile i disabili e le loro famiglie.
Stanno “richiamando a visita” – si dice così – i nostri “ragazzi”, uomini e donne di ogni età, riconosciuti dalle leggi del nostro Paese, non autosufficienti per tutta la loro vita. Per questo è stato previsto un assegno di accompagnamento, un aiuto economico, un riconoscimento per loro e per le loro famiglie, indipendentemente dagli altri redditi.
L’assegno di accompagnamento non fa reddito, non lo si valuta ai fini della tassazione. Ci sarà una ragione di civiltà in queste disposizioni che i Governi di questo Paese, in altri tempi, hanno saputo pensare e concretizzare… Certo, una cifra insufficiente, ma di grande valore simbolico. La società riconosce che al suo interno ci sono cittadini con particolari difficoltà, con limiti di autonomia personale insuperabili per tutta la loro vita. E con loro ci sono le famiglie, i genitori, che dovranno sopportare maggiori sacrifici, privazioni, fatiche e disperazioni, impossibili da descrivere per chi non è direttamente coinvolto. Per questo chi governa un Paese o una parte piccola o grande di esso deve interpretare queste situazioni, deve essere “parziale” e “ingiusto” rispetto al resto della società, se vuole essere “giusto” nei confronti di questi cittadini e delle loro famiglie.
La “caccia al Down”, dunque, è iniziata. Bene, anzi benissimo, ha fatto l’AIAS di Empoli (Associazione Italiana Assistenza Spastici), il suo presidente Giovanni Grazzini, ad ottenere – andando di persona assieme ai suoi “spastici”, a Firenze, presso la sede dell’INPS – uno spostamento da parte della commissione di verifica in Piazza San Rocco, a Cerbaiola, in altri luoghi dove i nostri ragazzi trascorrono le loro giornate. E giusta anche la decisione dell’ASL, che ha informato di questo risultato tutte le famiglie interessate.
Buona scelta sarebbe se qualche amministratore locale, meglio se regionale, magari il presidente, l’assessore, i capigruppo, si presentassero in Via Belfiore, a Firenze, presso la sede dell’INPS, per constatare come la “nostra corte dei miracoli” venga accolta, in quali spazi e con quali attenzioni! I loro genitori, spesso ridotti a uno, attendono con ansia una chiamata che al massimo non può che registrare la semplice esistenza in vita della persona oggetto della verifica e certificare che i miracoli non accadono in questa parte del mondo!
Per i Down non è così. La scienza, la cultura, l’inserimento scolastico, la disponibilità delle famiglie, il loro amore, la dedizione degli operatori, le attenzioni pubbliche e private hanno reso possibile un prolungamento della loro vita e aggiunto vita ai loro anni. Da Roma vogliono colpire questi ragazzi e queste ragazze. A molti di loro vogliono togliere l’assegno di accompagnamento e altro. Un’indennità che riconosce una minore autonomia che spesso è totalmente assente. Può mangiare da sé, può camminare, muoversi. Ma se un cittadino non vedente si trova solo in Piazza della Vittoria, sa come fare a ritornare a casa o andare in un altro luogo di vita. Una persona Down, invece, non saprebbe come fare, a ritornare a casa!
Pochi giri di parole: il Governo italiano, con queste misure e con l’assenza di politiche e scelte conseguenti ad alleviare le difficoltà dei disabili e delle loro famiglie, favorisce l’aborto. I nostri governanti – che non perdono occasione di ricordare il valore della famiglia e della vita – lo sanno che se vogliono essere coerenti dovrebbero cambiare le politiche o andarsene.
Mesi fa un’indagine statistica comparata a livello europeo ci ha fornito un risultato che non tollera né ipocriti né farisei. Su un certo numero di donne che in stato di gravidanza si erano sottoposte all’amniocentesi – in Italia e in Olanda – fra coloro che avevano ricevuto una risposta positiva rispetto ad un figlio Down, le italiane che ricorrevano all’aborto terapeutico erano esattamente il doppio di quelle olandesi. In Olanda maggiori e migliori erano e sono le attenzioni della società per questi cittadini e per le loro famiglie. Si è meno soli, meno disperati.
Parta da questa realtà una rivolta morale che dia a ciascun cittadino la forza di saper scegliere qui e a Roma chi veramente è all’altezza di governare partendo da questi problemi!
*Presidente dell’AAS (Associazione Assistenza Handicappati Psicofisici) di Empoli (Firenze).