«Com’era prevedibile, l’INPS, sottoposto a critiche e a richieste di chiarimenti dai Cittadini, dalle Associazioni e dai suoi stessi medici, reagisce ribadendo il suo ruolo salvifico contro la cosiddetta “piaga del secolo”: i falsi invalidi».
Si apre così una dura nota prodotta dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in risposta al servizio apparso sul «Corriere della Sera» del 16 febbraio (se ne legga cliccando qui), ove viene dato ampio spazio al presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua, presentando vari dati che, secondo la stessa FISH, sono «in funzione di una tesi ben precisa: l’INPS è efficiente, efficace e giusta, combatte le odiose evasioni ed è dalla parte dei Cittadini. Si guarda bene, però, il presidente Mastrapasqua dal commentare lo sfacelo che si trova davanti qualsiasi Cittadino che oggi richieda l’accertamento dell’invalidità, un diritto civile da cui ne discendono degli altri strettamente necessari a sopravvivere dignitosamente. Si limita, Mastrapasqua, ad ammettere che si è ben lontani dai 120 giorni di tempo massimo fra la domanda e la concessione eventuale della pensione, ma l’anno di attesa media è da imputare all’arretrato delle ASL… non certo alla procedura burocratica e informatica attivata da oltre un anno dall’Istituto. Insomma, i dati sui falsi invalidi sono funzionali a mettere in un angolo il fatiscente stato delle procedure ordinarie, quelle per i veri disabili».
Sulla questione dei gravi disagi incontrati dai Cittadini con disabilità in ambito di accertamento delle invalidità, la FISH sta conducendo una stringente campagna – oltre ad avere elaborato il testo di un’Interrogazione Parlamentare – che anche il nostro sito ha seguito passo dopo passo (si veda in calce l’elenco degli articoli da noi pubblicati). Ultimo importante documento, una dura e circostanziata lettera proveniente dalla stessa Associazione Nazionale Medici INPS (ANMI – Fe.M.E.P.A.), che ha del tutto confermato le preoccupazioni, i dubbi e le denunce della Federazione.
Oggi quest’ultima, sempre commentando l’intervento di Antonio Mastrapasqua sul «Corriere della Sera», aggiunge che «anche sui dati ci sono alcuni silenzi inquietanti e ben poca trasparenza. Che in Italia vi fossero delle sacche di furberie, che le provvidenze per gli invalidi venissero usate come ammortizzatore sociale, che talora vi fossero infiltrazioni mafiose, la FISH lo ha denunciato ben prima che Mastrapasqua si occupasse di invalidi (veri e soprattutto falsi), su ordine del Ministro Tremonti e con il solo fine di restringere la spesa assistenziale». E tuttavia, si aggiunge, «enfatizzando le revoche, ci si dimentica di dire che sono state cambiate “le regole in corsa”, modificando senza nessuna indicazione del Parlamento i criteri per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento [ci si riferisce alle Linee Guida operative in invalidità civile, prodotte dalla Direzione dell’INPS il 20 settembre scorso. Se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]. Secondo Mastrapasqua, infatti, a suo tempo le ASL “potrebbero essere state troppo generose».
Particolarmente circostanziata l’analisi proposta dalla FISH sul punto riguardante le revoche. «L’INPS – si legge infatti nel comunicato – parla di revoche di pensioni, scordando di dire che per revocare un assegno basta abbassare la percentuale di invalidità di un punto e che per togliere l’indennità di accompagnamento basta riconoscere che un anziano è “solo” invalido al 100%. E sono queste le situazioni che quotidianamente ci vengono segnalate: persone con malattia di Alzheimer, con autismo, con tetraparesi spastica cui viene revocata l’indennità. La stessa Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UIC) non più tardi di qualche giorno fa ha denunciato in modo documentato le vessazioni cui sono stati costretti moltissimi non vedenti».
«Pertanto – si conclude – in moltissimi di quei casi che compongono il 23% di revoche, l’INPS ha dichiarato non che le persone non erano disabili, ma che non erano (con il metro dell’Istituto) “sufficientemente invalide” per avere 250 euro di pensione»!
Altri passaggi, secondo la FISH sono del tutto degni di essere menzionati: «Il presidente Mastrapasqua – si dichiara ad esempio – sembra non ricordarsi che l’INPS è “la più grande fabbrica di ricorsi” che ci sia in Italia. Con grande gioia dei periti e degli avvocati e con meno gradimento per la giustizia civile. Qualche dato per tutti: all’inizio di quest’anno erano giacenti 822.959 cause relative all’invalidità civile e le cause concluse nel corso del 2009 sono state 137.154. Il giudice ha dato ragione all’INPS in 58.866 casi. Meno della metà, visto che in 64.063 casi il giudice ha dato ragione agli invalidi. Nel corso del 2011, poi, l’INPS, avendo cambiato arbitrariamente le regole per la concessione dell’indennità di accompagnamento senza alcun supporto normativo [si veda la nostra nota sopra, N.d.R.], perderà un numero ben maggiore di cause, costringendo a ingenti spese l’erario e causando enormi disagi alle persone con vera disabilità».
«Va ricordato infine – si conclude la nota – che l’INPS è titolare da ben quattro anni delle funzioni di verifica su tutti i certificati di invalidità emessi dalle ASL. Prima quella competenza era del Ministero del Tesoro. E quando Mastrapasqua afferma sul “Corriere della Sera” che “oggi un vero invalido si vergogna di dirlo perché teme di essere additato come un falso invalido”, questa è l’unica affermazione che la FISH sottoscrive: si tratta infatti di quello stigma sociale che proprio l’INPS, le dichiarazioni dei messi scorsi del ministro Tremonti e certa stampa hanno contribuito a diffondere. Quando il presidente dell’Istituto parla inoltre di “funzione di deterrenza dell’INPS”, sbaglia il termine: non è una funzione di deterrenza, bensì una “funzione di terrorismo”: e in questo si sta riuscendo benissimo!»
Come accade ormai da alcune settimane, quindi, la FISH chiede trasparenza sui dati che interessano i Cittadini e il bilancio dello Stato e soprattutto il rispetto dei diritti civili la cui prima garanzia, in questo caso, sta nelle prerogative di controllo attribuite al Parlamento. (S.B.)