L’INPS, con lettera del 27 dicembre scorso, ha richiesto ai percettori di assegno di accompagnamento una dichiarazione per accertare i requisiti per la prestazione assistenziale.
Contrariamente agli anni scorsi, tale dichiarazione va inoltrata con una delle due seguenti modalità: 1) tramite un CAF [Centro Assistenza Fiscale, N.d.R.], che trasmetterà i dati direttamente agli Uffici dell’INPS; 2) via internet, utilizzando il codice PIN in possesso dell’utente, seguendo le istruzioni che si trovano nel sito dell’Istituto.
Non si comprende, a questo punto, l’ulteriore riga che segue: «L’eventuale documentazione dovrà essere comunque consegnata alla competente Sede INPS». Significa forse che il modulo ICRIC [Modello Invalidi Civili, N.d.R.] che il computer rilascia deve poi essere spedito all’INPS? Ma se la dichiarazione viene trasmessa via internet, l’Istituto Previdenziale non la riceve direttamente on line?.
Tutte queste perplessità sono state manifestate a un operatore del call center che, non sapendo cosa rispondere, ha solamente suggerito: «Si rivolga a un CAF». A parte l’evidente disagio che tale procedura sta comportando, soprattutto quando il beneficiario della provvidenza è un anziano o un disabile presente in famiglie già duramente provate, si sta inoltre verificando un vero e proprio intasamento nei Centri di Assistenza Fiscale.
E ancora, vi è da segnalare anche la poca chiarezza presente nelle istruzioni per la compilazione della dichiarazione, che non tutti gli interessati a tutt’oggi hanno ricevuto. Alcuni Uffici periferici dell’INPS (l’URP di Bologna, ad esempio) hanno informato che la certificazione dev’essere inviata solo in caso di ricovero gratuito, mentre gli Uffici della Direzione Generale – da me interpellati – hanno chiarito che la stessa va comunque spedita e anche il modulo di dichiarazione sullo stato di ricovero è identico a quello degli anni passati.
Nel modulo stesso sono presenti due opzioni: È stato ricoverato a titolo gratuito oppure Non è stato ricoverato a titolo gratuito. Ovviamente bisogna barrare la casella corrispondente.
Forse l’eliminazione del cartaceo consentirà una maggiore celerità nelle procedure e permetterà all’INPS di economizzare sui tempi di disbrigo delle pratiche, ma sarebbe stato opportuno per l’Istituto informare i Cittadini, anche avvalendosi dei mezzi di comunicazione, sulle novità di inoltro di tale comunicazione che – è bene ricordarlo – se non effettuata entro il 31 marzo prossimo, comporterà la sospensione delle provvidenze.
*Vicepresidente della Consulta Regionale Lazio per i Problemi della Disabilità e dell’Handicap.
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