È da oltre un anno che negli organi di informazione dell’area della disabilità – quelli on line, essenzialmente, e in special modo i social network – e su numerosi media tradizionali (quotidiani, agenzie di stampa, riviste e settimanali), tiene banco, rispetto al tema più generale del rapporto tra disabilità e sessualità, il dibattito sulla controversa figura dell’“assistente sessuale” per disabili e relativo Disegno di Legge [Atto del Senato n. 1442, N.d.R.], presentato pochi mesi fa.
Mediaticamente la proposta dell’assistente sessuale la fa ovviamente da padrone, unendo una “battaglia” che viene definita “di civiltà” alle sollecitazioni potenti che evoca una figura che “mette le mani addosso” alle persone disabili, spingendosi fino ai confini – e in alcune dichiarazioni oltre – del vero e proprio rapporto sessuale. Per i media una miscela di estremo interesse, anche perché, oltre alla miscela “handicap e sesso”, che da sé basterebbe, sottende possibili, e per ora fortunatamente non emerse, contrapposizioni ideologiche tra cattolici e laici, tra “bacchettoni” e “radical chich”, tra Associazioni di possibile diverso parere.
In questo sintetico contributo, non entriamo nel dibattito sui “sì, no, forse” dell’assistente sessuale, ma ci limitiamo a dare alcune indicazioni di lettura, per farsi un’idea in generale del tema Disabilità e sessualità (che non avrebbe niente di diverso, se si parlasse dei cosiddetti “normodotati”) e per affrontare il tema specifico dell’assistente sessuale tra chi lo vede come un diritto, una battaglia di civiltà, una strada necessaria per chi ha livelli assenti di autonomia e chi invece sottolinea i rischi, le contraddizioni, i pericoli di questa “scorciatoia”.
1. Prima dell’assistente sessuale
Il tema è stato trattato in Italia dalla seconda metà degli Anni Settanta, con alcuni primi contributi di Rosanna Benzi, sulla rivista «Gli Altri», di Camillo Valgimigli sul «Corriere della Sera», di Cesare Padovani e Ivano Spano (C. Padovani, I. Spano, Handicap e sesso: omissis. Elogio della disobbedienza sessuale, Verona, Bertani, 1978), e con un convegno del CEMP di Milano, svoltosi l’8 e il 9 ottobre 1977 (Sessualità e handicappati) i cui Atti furono pubblicati da Feltrinelli l’anno successivo.
Negli Anni Ottanta e Novanta è soprattutto il Centro Documentazione Handicap (CDH) dell’AIAS di Bologna (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) ad occuparsene, con corsi di formazione, convegni e raccolte documentarie. Da lì in poi sono state moltissime le iniziative formative, o condotte tramite articoli su riviste, susseguitesi un po’ in tutta Italia, ad opera soprattutto di Associazioni, con particolare riferimento al lavoro dello psicologo Fabio Veglia di Torino, della psicoterapeuta e sessuologa Maria Cristina Pesci di Bologna, del pedagogista Andrea Mannucci di Firenze e di altri.
Dopo l’AIAS di Bologna, anche l’Informahandicap del Comune di Torino e la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), tramite il proprio Gruppo Donne, hanno organizzato banche dati di documentazione, per dare conto del sedimentarsi del lavoro culturale in materia.
2. La proposta di istituire in Italia l’assistente sessuale
Pur essendo venuto prepotentemente alla ribalta nel 2013, il dibattito in Italia su questa figura – operante da anni in alcuni Paesi europei (Svizzera, Olanda…) – è già presente in Italia dalla fine degli Anni Novanta, con alcuni contributi on line e su riviste di associazioni (come «DM», giornale nazionale della UILDM, ad esempio).
L’assistente sessuale, l’evocazione inconfessabile di prestazioni incestuose da parte di madri di disabili, il ricorso alla prostituzione, sono diventati negli ultimi anni i temi citati come premessa da chi (nel mondo della disabilità o dell’informazione) si accosta al tema, ritenendo di definirlo sempre come “nuovo”, “tabù”, “nascosto”, “non affrontato”, a riprova di come una cultura in materia faccia fatica a sedimentarsi, sia per i limiti del settore della disabilità (associazioni, servizi, ricerca…), sia anche per l’inconscio… di chi scrive.
Nel 2012 Maximiliano Ulivieri, persona con disabilità promotore di vari siti internet, lancia LoveAbility, un sito di storie, annunci per e tra persone disabili (ma non solo), dedicato ai temi dell’amore, degli affetti, della sessualità. Il sito riprende con maggior fortuna precedenti esperienze similari ora non più on line, come Disabilisenzasesso.org.
Il tam tam sui social network è massiccio, anche perché ci sono parallelamente alcune altre iniziative in materia di interesse mediatico. Sempre nel 2012, ad esempio, esce nelle sale cinematografiche il film americano The Sessions, dedicato al tema. Gli stessi argomenti, poi, vengono ripresi dal documentario italiano The Special Need del 2013, mentre quest’anno è stato pubblicato il volume di Giorgia Wurth L’accarezzatrice (Mondadori). Precedentemente, lo scorso anno, era uscito il documentario Sesso, Amore & Disabilità, che pur non essendo specificamente centrato sulla figura dell’assistente sessuale, ne aveva parlato tra i tanti accenni contenuti.
Dalle iniziative di Ulivieri e dalla risonanza mediatica delle varie produzioni citate, nasce poi anche un Comitato per far riconoscere pure in Italia la figura dell’assistente sessuale. Tale Comitato apre un proprio sito, lancia una petizione e formula col tempo il già citato Disegno di Legge, sostenuto da alcuni Parlamentari, che viene presentato nell’estate di quest’anno.
La proposta trova sostegno nell’area del partito radicale (Associazione Luca Coscioni), da parte del giornale «Il Fatto Quotidiano», di alcuni esponenti del Movimento LGBT [Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender, N.d.R.] e viene ripresa da un’infinità di siti, blog, pagine Facebook, quotidiani. Dal punto di vista “scientifico”, la proposta viene sostenuta dall’IISS (Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica) di Roma.
L’intreccio tra Disegno di Legge, film, documentari e libro costituisce una potente spinta mediatica, con ripetute interviste in TV e su YouTube, sostenute anche dai comunicati dell’agenzia di stampa «Redattore Sociale.it», che vengono ampiamente ripresi dagli organi di informazione.
3. Chi propone altre strade e/o vede limiti e ambiguità nella proposta dell’assistente sessuale
Rispetto a questa prospettiva, i contributi sono sostanzialmente provenienti da due àmbiti: da una parte una serie di psicologi e psicoterapeuti esprimono i loro distinguo sulla proposta dell’assistente sessuale (con alcuni accenni specifici alle disabilità intellettive); dall’altra, non esiste un vero e proprio pronunciamento ufficiale del mondo dell’associazionismo in materia (e forse è un bene che sia così), ma molti dei contributi critici sulla proposta, favorevoli invece a percorsi di inclusione, vengono ospitati dal sito del Gruppo Donne UILDM e dalla presente testata informativa, «Superando.it», progetto della FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che riunisce molte delle sigle più conosciute.
Il filo che unisce questi contributi è da una parte la scelta di privilegiare il lavoro formativo e di consapevolizzazione sul tema verso gli operatori del settore (sanitari, sociali, educativi), i genitori e le stesse persone disabili, quindi un lavoro che non si limiti alle persone adulte, ma abbia attenzione all’intero ciclo di vita della persona con disabilità; dall’altra parte il giudicare sostanzialmente la proposta dell’assistente sessuale come il contrario delle logiche inclusive.
Il materiale di questa terza sezione può essere suddiviso in alcuni grandi capitoli, anche se spesso, anzi quasi sempre, i contributi segnalati – che elencheremo qui di seguito – affrontano più aspetti e tendono a intrecciarsi.
Per approfondire (capitolo per capitolo):
1. Prima dell’assistente sessuale
°La banca dati di risorse (libri, riviste, materiale on line), a cura dell’AIAS (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) di Bologna (segnala oltre trecento risorse, dal 1982 in poi).
°Il Progetto Affettività e Sessualità dell’Informahandicap del Comune di Torino (contiene inoltre una banca dati di risorse, aggiornata anche relativamente agli ultimi anni).
°La banca dati di documentazione su Donne e disabilità del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
°Come la stampa trattava il tema a cavallo tra Anni Ottanta e Novanta (storie di scandali, violenze e sterilizzazioni, a cura di Andrea Pancaldi).
2. La proposta di istituire in Italia l’assistente sessuale
°Il sito Loveability.
°Il sito del Comitato Promotore del Disegno di Legge sull’assistenza sessuale per disabili.
°Il Disegno di Legge citato (che non risulta ancora calendarizzato).
°Pietro Ichino firmatario del Disegno di Legge.
°Il Disegno di Legge: il parere di altri firmatari.
°Un contributo tecnico di Fabrizio Quattrini, psicologo e psicoterapeuta dell’IISS (Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica) di Roma.
°Manifesto per l’Assistenza Sessuale ed Emozionale.
°Alcuni contributi pubblicati da «Il Fatto Quotidiano» (qui, qui e qui).
°I grandi quotidiani, settimanali, mensili (qui, qui e qui).
°Il film The Sessions.
°Il documentario The Special Need.
°Il libro L’accarezzatrice di Giorgia Wurth.
°Il documentario Sesso, Amore & Disabilità.
°Alcuni contributi sul tema dell’assistente sessuale, pubblicati da questa stessa testata («Superando.it»): Assistente sessuale? Solo se si fa bene (di Antonio Giuseppe Malafarina); Assistenti sessuali: parliamone (a cura di Crizia Narduzzo); Storie di corpi solitari (di Silvia Cutrera).
°Il parere di Francesca Penno, in sito del Gruppo Donne UILDM.
°Alessandro Capriccioli, L’assistente sessuale per i disabili: una scelta di civiltà, in «MicroMega», n. 5, 2014.
°Filmati su YouTube.
3. Chi propone altre strade e/o vede limiti e ambiguità nella proposta dell’assistente sessuale
Contributi di psicologi e psicoterapeuti
°Assistenza sessuale: la nuova frontiera della ghettizzazione?, di Lelio Bizzarri, psicologo, in «In Psicologia Psicoterapia Psichiatria».
°L’amore che ci riguarda, di Maria Cristina Pesci in YouTube.
°La sessualità è quel che ci rende tutti umani, di Lelio Bizzarri, psicologo, in «Superando.it».
°Sessualità: al di la dell’handicap, di Piero Stettini, psicoterapeuta, in «Superando.it».
Aspetti sociali e culturali
°Sessualità: inclusivo è ciò che accomuna e che rende accolti, di Maria Cristina Pesci, in «Superando.it».
°Le “barriere architettoniche” dell’affettività. Riflessione sui bisogni affettivi delle persone disabili, di Davide Pizzi, in «Scambi di Prospettive».
°La sessualità e la “banalità del bene”, di Simona Lancioni, in «Superando.it».
°La sessualità e le parole che danzano “in punta di piedi”, di Andrea Pancaldi, in «Superando.it».
°Il diritto al corpo, di Valeria Alpi, in sito del Gruppo Donne UILDM.
°L’amore non ripara, di Simona Lancioni, in sito del Gruppo Donne UILDM.
°Vogliamo il pane e le rose… ma siamo pronti a coglierle?, di Francesca Arcadu, in sito del Gruppo Donne UILDM.
°Sessualità e disabilità al femminile, intervista a Maria Cristina Pesci, a cura di Simona Lancioni, in sito del Gruppo Donne UILDM.
°Proporsi come persone speciali oppure no, questo è il problema, di Simona Lancioni, in sito del Gruppo Donne UILDM.
°Il diritto di non essere usati, neppure per una buona causa, di Franco Bomprezzi, in «Superando.it».
Aspetti giuridici e morali
°Disabilità, immaginazione, cittadinanza sessuale, di Brunella Casalini, in «Etica & Politica».
°L’assistenza sessuale e la “morale del leopardo”, di Simona Lancioni, in «Superando.it».
Dibattito sui media e storicizzazione del tema
°Sessualità: non siamo all’anno zero, di Andrea Pancaldi, in «Superando.it».
°Sessualità: la legge dell’annuncio e l’annuncio della legge, di Andrea Pancaldi, in «Superando.it».
°Handicap e sessualità: la sindrome del Monòpoli, di Andrea Pancaldi, in «Bandiera Gialla.it».
Il presente testo è già apparso in «Scambi di Prospettive», blog della rivista «Prospettive Sociali e Sanitarie» e viene qui riproposto, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
«Prospettive Sociali e Sanitarie», la rivista dal cui blog «Scambi di Prospettive» abbiamo ripreso il presente approfondimento, è edita dall’Istituto per la Ricerca Sociale e diretta da Emanuele Ranci Ortigosa.
Si tratta di uno strumento di riflessione, orientamento e lavoro per amministratori, dirigenti dei servizi, operatori sociali e sanitari, studenti, la cui attenzione si concentra sulle politiche sociali e sanitarie, nazionali, regionali e locali, individuandone criticità e prospettive di sviluppo, e sui fattori che danno qualità ai servizi e agli interventi.
Le pagine della testata sono aperte a contributi ed esperienze maturate nei diversi contesti organizzativi e territoriali, e offrono un’occasione unica di confronto e di scambio fra i diversi attori.
L’intento del blog «Scambi di Prospettive» è stato quello di avviare un nuovo spazio di confronto, un diario che guarda al futuro, “raccogliendo per strada” le tracce del cambiamento e tentando, come si legge nella presentazione, «di riaprire un discorso troppo spesso con il fiato corto». «Perché oggi – aggiungono i responsabili del blog, di cui si occupano in particolare Diletta Cicoletti, Riccardo Sartori e Francesca Susani – il welfare sociale ha più che mai bisogno di cura e di parole, ha bisogno di recuperare relazione e scambio».
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