Ho visto e rivisto, la scorsa settimana sugli schermi di La7, il monologo di Marco Paolini Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute, sullo sterminio delle persone con disabilità durante il nazismo, ciò che mi ha indotto a una serie di amare riflessioni.
Mi sembra che si stia iniziando – veramente è già da un po’ – a ripetersi la stessa storia: “spese improduttive”, “costi per la sanità”, “momento di crisi mondiale”, “biosogna risparmiare sulle spese inutili”… Però, quali sono le spese inutili?
In una civiltà sana, condivisa e matura anche eticamente e moralmente, sarebbero gli sprechi, che sono tanti e sotto gli occhi di tutti. Invece no, questa società che si crede civile vuole risparmiare sui cittadini più fragili e chi vive in questa realtà sa molto bene cosa voglia dire.
Vuol dire pensioni da fame, cure considerate superflue (perché curare ad esempio i denti a una persona con grave disabilità? Togliamoli tutti in un colpo solo! Perché fare lo screening oncologico o allargare quello sulle malattie metaboliche? Perché attivare l’ADP [Assistenza Domiciliare Programmata, N.d.R.]? Perché ptenziare una riabilitazione oggi quasi inesistente?).
Vuol dire poi risparmiare su ausili che potrebbero migliorare la vita delle persone o negare l’assistenza, in modo che le famiglie stremate optino per le estreme “risoluzioni finali”. Vuol dire, alla fine, comprendere o addirittura giustificare l’omicidio di un bambino o di un adulto con disabilità.
Forse il passato non ha insegnato nulla, se ci stiamo ritrovando a sentire le stesse parole, vedere gli stessi comportamenti, suggerire gli stessi consigli. «Ricovera tuo figlio in istituto!»: è successo anche a me tanto tempo fa, da parte di gente che non conosce l’amore, quello vero, fatto non solo di felicità, bellezza, futilità, divertimento, ma quello che viviamo noi, quello che tutto dà senza nulla chiedere. Facile amare quando tutto fila liscio…
Non dobbiamo abbassare la guardia. Purtroppo qualcuno – forse troppi – non crede si possa veramente tornare a vedere il compiersi di certe azioni, mentre io non ne sono così convinta e spero che chi ancora vede un futuro roseo si allerti in tempo. Dobbiamo agire, “già da ieri”!
*Presidente Associazione “Claudia Bottigelli” per la Difesa dei Diritti Umani e l’Aiuto alle Famiglie con Figli Disabili Gravissimi.
Sullo sterminio delle persone con disabilità in epoca nazista, oltre alla consultazione del sito www.olokaustos.org, suggeriamo poi la lettura – sempre nel nostro sito – dei seguenti testi:
– Crimini dimenticati (a cura di Stefano Borgato) (cliccare qui)
– Non c’è storia senza etica (di Luisella Bosisio Fazzi) (cliccare qui)
– Il passato che non deve tornare (cliccare qui)
– Non dimentichiamo quello sterminio di «connazionali improduttivi» (cliccare qui)
– L’olocausto rimosso delle persone con disabilità (cliccare qui)
– Lo sterminio delle persone con disabilità come preludio dell’Olocausto (di Giovanni De Martis) (cliccare qui)
– Tragedie di ieri e di oggi: la lunga storia dei pregiudizi (cliccare qui)
– Testimonianze silenziose (cliccare qui)
– Iniziative per non dimenticare (cliccare qui)
Articoli Correlati
- Lo sterminio delle persone con disabilità come “prova generale” «Seguendo la cronologia delle operazioni di sterminio naziste - scrive Domenico Massano - si può ragionevolmente concludere che essendo stato l’omicidio delle persone con disabilità il primo, precedendo quello degli…
- Olocausto e disabilità: ciò che non dovrà più essere «Quali possono essere le basi di una morale - scrive Domenico Massano, nella sua ampia riflessione dedicata allo stermino delle persone con disabilità durante il nazismo - che possa, quantomeno,…
- I disabili e il primo Olocausto nazista Tra i motivi che celarono per quasi cinquant’anni lo sterminio di centinaia di migliaia di persone con disabilità durante il regime nazista - il primo vero Olocausto, sorta di “prova…