La Commissione Sanità in Consiglio Regionale della Sardegna, presieduta da Felice Contu, ha espresso nei giorni scorsi parere favorevole (a maggioranza e con l’astensione dell’opposizione), sulla proposta di una nuova Delibera di Giunta, presentata dall’assessore regionale alla Sanità Antonello Liori, che modifica i criteri sui piani personalizzati per le persone con disabilità grave, derivanti dalla Legge 162/98.
È stato invece approvato unitariamente il decreto che prevede «un assegno di cura per il 2011 di 3.000 euro per le famiglie al cui interno ci sia più di una persona con una grave disabilità».
Si tratta di una questione che aveva provocato – dopo la Deliberazione di Giunta n. 34/30 del 18 ottobre scorso – le proteste delle persone con disabilità, dei familiari e delle associazioni di tutta l’Isola, ciò che il nostro sito sta seguendo quasi giorno dopo giorno.
Ora, la proposta di nuova Delibera presentata dall’Assessorato alla Sanità accoglie alcune delle richieste di modifica avanzate dal Consiglio Regionale il 18 novembre (se ne legga nel nostro sito, cliccando qui, al testo intitolato Primi passi avanti in Sardegna). «Molte delle proposte di modifica presentate dal Consiglio – secondo l’assessore Liori – sono state accolte perché ritenute valide». L’assessore stesso ha precisato quindi che il requisito richiesto per presentare il finanziamento dei piani personalizzati resterà quello del riconoscimento dello stato di handicap grave, secondo quanto stabilito dalla Legge 104/92 (articolo 3, comma 3), fino a quando un’apposita commissione non ne dichiari la decadenza. Verrà eliminato, pertanto, il criterio per cui la revisione comporterebbe un’automatica decadenza dell’accesso al finanziamento.
«È stata inoltre accolta – prosegue Liori – la richiesta di dare maggiore attenzione alla fascia di età tra gli zero e i tre anni, eliminando la certificazione medica di grave patologia e stabilendo invece la presentazione automatica del piano, con attribuzione di punteggio a seconda della gravità dell’handicap».
Tra le modifiche – oltre a quelle apportate ai criteri di attribuzione dei punteggi, che hanno determinato anche la creazione di una nuova fascia dedicata alla persone con handicap grave che vivono da sole – le più significative riguardano la riduzione in percentuale dei finanziamenti, che prevede anche una modalità di compartecipazione da parte dei soggetti beneficiari e la proroga della presentazione delle domande fino al 31 dicembre.
«Ho accolto – conclude l’assessore – il principio del Consiglio di applicare una riduzione percentuale ai piani finanziati, nel caso i fondi non fossero sufficienti a coprire tutte le domande, invece di applicare un taglio di 1.000 euro per ciascuno, come avrei preferito fare».
Si è infine stabilito che i nuovi piani saranno finanziati a partire dal 1° marzo 2011, mentre quelli già in atto continueranno a fruire dei servizi dal 1° gennaio. I Comuni, inoltre, avranno tempo fino al 10 febbraio per presentare i piani personalizzati.
«Ci batteremo con le unghie e con i denti – è il commento di Marco Espa, vicepresidente della Commissione Sanità – per recuperare più punti possibile ai progetti personalizzati che hanno subito tagli iniqui con la Delibrazione del 18 ottobre». Espa ha espresso altresì soddisfazione per la proroga dei due mesi, perché «essa accoglie una richiesta delle associazioni delle famiglie e delle persone con disabilità», mentre ha giudicato problematico l’inserimento del criterio ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente), «che penalizza le famiglie in difficoltà, nonostante l’innalzamento della soglia no tax da 8 a 9.000 euro, che giudichiamo comunque positiva, anche se chiedevamo di portarla almeno a 12.000 euro».
Espa ha proposto poi una serie di altre modifiche alla Delibera, alcune delle quali sono state accolte dalla Commissione. Le più significative sono la riduzione delle fasce di penalizzazione dell’ISEE, giudicate troppo aspre, l’attribuzione di dieci punti, indipendentemente dall’età, non solo per gli affetti da disabilità congenita, ma anche per le persone con patologie acquisite, entro i 14 anni. «Anche se – precisa – avrei preferito che il limite fosse stato quello di 18 anni».
Infine l’eliminazione del comma – sostenuta anche dal consigliere di maggioranza Gian Vittorio Campus – che prevedeva come spese ritenute ammissibili solo quelle sostenute per gli educatori con apposito titolo professionale, penalizzando in tal modo l’assistenza domiciliare non necessariamente specialistica.
Bocciata invece dalla maggioranza (cinque voti a quattro) la proposta di Espa di abrogare la norma che stabilisce la detrazione delle ore di permesso dal lavoro fruite dai familiari (previste dalla Legge 104/92), dal carico assistenziale e quella sulla compartecipazione percentuale al costo delle prestazioni da parte dei soggetti beneficiari.
«A mio parere – spiega il vicepresidente della Commissione Sanità – stiamo ponendo le mani su un diritto considerandolo un privilegio, quando invece con la Legge 104 il lavoratore si assume un carico. Per quanto poi riguarda la compartecipazione, si penalizzeranno le famiglie che non hanno soldi. Per questo, nonostante alcuni miglioramenti, ci siamo astenuti dal voto, insieme ad alcuni colleghi dell’opposizione, perché riteniamo che la strada tracciata dalla Legge 162 in Sardegna sia stata finora virtuosa e vogliamo che prosegua in questa direzione, senza penalizzazioni di sorta».
Continua, nel frattempo, la protesta in varie parti della Regione, vivace soprattutto a Nuoro, come avevavmo già riferito nelle scorse settimane. Qui, infatti, è stato lo stesso presidente della Provincia, Roberto Deriu, a lanciare per giovedì 23 dicembre una mobilitazione sui piani personalizzati, all’insegna del motto Vivi con me per un giorno, inserito dall’ONU nella Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, e invitando in tal senso a partecipare i sindaci della Provincia di Nuoro, i presidenti delle Province Sarde (Deriu è anche presidente dell’Unione Province Sarde), i consiglieri provinciali dell’Isola, il presidente dell’ANCI Sardegna (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e i cittadini tutti.
In una lettera al presidente della Regione Ugo Cappellacci, Deriu ha scritto tra l’altro: «Centinaia di famiglie in Sardegna e migliaia di persone disabili vedranno i contributi loro spettanti ridursi del 70 o dell’80 percento, con evidenti ed enormi criticità e con l’impossibilità di mettere in atto interventi di integrazione e di riduzione delle difficoltà che lo spirito della legge prevede. Per questo chiedo che i criteri vengano profondamente rivisti». (S.B.)
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