Buon Natale, Legge 162, ma dal 1° gennaio si ricomincia a discutere

Comitato dei Familiari per l'attuazione della Legge 162/98 in Sardegna
La nuova Deliberazione prodotta in questi giorni dalla Giunta Regionale della Sardegna migliora certamente la situazione riguardante i piani personalizzati per le persone con grave disabilità, derivanti dalla Legge Nazionale 162/98, dopo che in ottobre un precedente provvedimento aveva suscitato proteste in tutta l'Isola. Bene dunque per l'impegno di tante persone con disabilità, dei loro familiari e delle loro associazioni, per la crescita della loro consapevolezza e per il lavoro di numerosi attori istituzionali (Consiglieri Regionali, Province e Comuni). Sopravvivono tuttavia numerosi punti critici e iniquità, sui quali il lavoro dovrà cominciare sin dai primi giorni del nuovo anno, perché la Legge 162 "modello Sardegna" è una buona prassi per i beneficiari e un comune patrimonio istituzionale, rispetto al quale non si può e non si deve più tornare indietro

Uomo fotografato in bianco e nero, con espressione tra il soddisfatto e il perplessoÈ stata approvata il 21 dicembre, dalla Giunta Regionale della Sardegna, la Deliberazione n. 45/18 del 2010 (Legge n. 162/98. Fondo per la non autosufficienza. Piani personalizzati di sostegno in favore delle persone con grave disabilità. Parziale modifica dei criteri per la predisposizione e l’erogazione dei finanziamenti).
Ecco, dunque, gli effetti dell’azione condotta dal basso da tante persone con disabilità, dalle loro famiglie e dalle associazioni in varie parti della Sardegna e, in prima linea, da tutto il Comitato dei Familiari per l’Attuazione della Legge 162/98, oltre che del lavoro istituzionale di questi mesi.

La nuova Deliberazione di Giunta modifica in sostanza i contestati criteri stabiliti da quella precedente, del 18 ottobre scorso [la n. 34/30, N.d.R.] e reintegra i finanziamenti ai piani personalizzati, recependo le indicazioni dell’ordine del giorno del Consiglio Regionale del 18 novembre, cui sono seguite le indicazioni e i pareri della Commissione Consiliare competente in materia [di questo si legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.].
Esprimiamo la nostra soddisfazione per questo risultato concreto che, da una prima rapida analisi – pur arrivando in extremis, proprio sotto il Natale – ci sembra sia migliorativo per tante famiglie e persone con disabilità.
Sono state accolte, seppure in parte, le richieste del nostro Comitato, che attualmente riunisce oltre quaranta associazioni di tutte le Province Sarde, e alcune delle nostre proposte, presentate anche in audizione alla VII Commissione Sanità e Politiche Sociali del Consiglio Regionale della Sardegna e all’assessore regionale alla Sanità Antonello Liori, al fine di riportare i livelli assistenziali dei piani personalizzati il più possibile vicini a quelli dello scorso anno.

Evidenziamo, pertanto, le principali novità e gli elementi positivi introdotti dalla Deliberazione n. 45/18:
continuità dal 1° gennaio per i piani in corso per i primi due mesi del 2011, come nel 2010. I beneficiari continueranno a fruire dei servizi e non dovranno interrompere bruscamente quelli in corso, né licenziare gli operatori, con due mesi garantiti per famiglie e Comuni. Inoltre, i beneficiari stessi avranno la possibilità di presentare la domanda ai Comuni fino al 31 dicembre e i Comuni avranno tempo fino al 10 febbraio per presentare i piani personalizzati alla Regione. I nuovi piani saranno finanziati a partire dal 1° marzo 2011;
– per i bambini da zero a tre anni è stata eliminata la richiesta di un’ulteriore documentazione medica: in tal senso, la Regione fa un passo indietro sull’eccessiva burocratizzazione e sanitarizzazione, anche se quei bambini restano penalizzati rispetto al punteggio della cosiddetta “Scheda Salute”;
– sono stati modificati i criteri di attribuzione dei punteggi, con un parziale miglioramento per l’età (“correzione” fino ai 14 anni), mentre sono decisamente positive le modifiche apportate per i servizi, il carico assistenziale e le situazioni particolari: qui, infatti, sono stati innalzati i punteggi, riportandoli a livelli più equi, come fortemente richiesto dal nostro Comitato dei Familiari;
– molto importante e positivo è poi il riconoscimento delle situazioni con più carico e più bisogni assistenziali: per chi ha più di una persona con disabilità grave in famiglia, viene in sostanza introdotto l’assegno di cura al nucleo, di 3.000 euro aggiuntivi;
– sono state riviste le percentuali di riduzione dei finanziamenti in base al reddito e rese meno penalizzanti, innalzando la cosiddetta no tax zone, ovvero il limite minimo di reddito su cui viene applicata la riduzione del finanziamento. Ora sarà di 9.000 euro, pur avendo noi chiesto fosse di 12.000. Per questo, su tale punto, stiamo studiando l’esistenza di eventuali condizioni per ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), in quanto riteniamo che dovrebbe valere il principio del reddito del solo assistito (Decreto Legislativo 130/00).

Soddisfazione sì, dunque, ma parziale, in quanto, con la nuova Deliberazione, non sono stati modificati:
– il calcolo del permesso del lavoro
in base alla Legge 104/92 (articolo 33, comma 3), nonostante le motivazioni da noi presentate evidenziassero l’iniquità e l’incoerenza di tale richiesta, rispetto ai traguardi dei diritti acquisiti dai genitori e dai lavoratori che svolgono una funzione sociale riconosciuta dallo Stato;
– le riduzioni in percentuale dei finanziamenti: se non fossero sufficienti le risorse, cita infatti la nuova Deliberazione, vi saranno riduzioni in percentuali identiche a tutti i piani. Su questo punto permane il nostro allarme perché non sappiamo quanti piani verranno presentati e riteniamo quindi che la decisione del Consiglio Regionale non sia stata adeguata. Per noi, infatti, dovrebbero essere salvaguardate comunque le situazioni più gravi, senza alcuna ulteriore riduzione. Continueremo ad approfondire questo aspetto;
– la compartecipazione: siamo assolutamente contrari alla compartecipazione già ora prevista a partire dal 2012. Le persone e le famiglie dovranno allora mettere di tasca propria la differenza? Ma si è coscienti, come amministratori, di quanto investono sia la famiglia che si prende cura e carico del proprio caro, sia la stessa persona con disabilita grave che vive una vita autonoma, nel proprio domicilio, e quanto fanno risparmiare allo Stato e alla Regione? Si è coscienti che sono solo circa 4 ore su 24 quelle in cui le famiglie e persone con grave disabilità vengono “sostenute” dai piani derivanti dalla Legge 162?
– la Deliberazione non ha ancora risposto alla richiesta di dare continuità ai finanziamenti e ai programmi anche per gli ultrasessantacinquenni la cui disabilità grave sia congenita o manifestatasi appunto entro i 65 anni e che abbiano già iniziato negli anni precedenti il percorso di sostegno, come da Legge 162;
– rispetto al calcolo del carico assistenziale, riteniamo – come nota tecnica – che vada precisato (com’era già nel 2009) che nel calcolo dell’alleggerimento del carico familiare si contino frequenze e servizi di tipo “extradomiciliare” o “extrafamiliare di servizi”;
– andava precisato che i 6 punti aggiuntivi (nelle situazioni particolari) dovrebbero essere usati anche per la vita indipendente;
– non è stata eliminata la richiesta di dichiarazione nel reddito delle altre indennità sociali della persona con disabilità (pensione di invalidità, indennità di accompagnamento ecc.), pur usata solo a titolo informativo; per noi si tratta di un’importante questione di principio.

Anche in queste ore stiamo continuando la verifica sui vari effetti della nuova Deliberazione. Vogliamo per altro dare atto al Consiglio Regionale tutto – maggioranza e opposizione – di avere chiesto con forza il cambiamento dei criteri. Diamo poi atto all’assessore Liori e alla Giunta di avere fatto dei passi concreti per rivedere – seppure in parte, come detto – i criteri iniqui, seguendo la volontà comune di tanti attori istituzionali (Consiglio Regionale, Province e Comuni Sardi), delle nostre organizzazioni di familiari e delle persone con disabilità che hanno raccolto il grido composto di allarme, «non si può tornare indietro» sui livelli di assistenza raggiunti. Non si possono, in altre parole, tagliare servizi vitali per le persone e le famiglie con disabilità grave, complicare le procedure amministrative e devastare il sistema sociale, dopo i primi traguardi raggiunti dall’assistenza personalizzata e dalla vita autonoma e indipendente!

Abbiamo condotto una strenua mobilitazione, sempre propositiva, non solo per il ripristino dei fondi in misura almeno pari a quella dello scorso anno (116 milioni di euro), ma anche perché si potesse proseguire con i piani in corso e programmare i nuovi per il 2011.
Con l’onda della protesta e della proposta è cresciuta la consapevolezza, la forza e l’azione del Comitato dei Familiari e di altri, con assemblee, incontri nei Comuni, promozione di ordini del giorno sul problema presso gli Enti Locali, audizioni, conferenze stampa e consegna di dossier con i principali punti critici, i dati e la casistica, insieme a esperienze e proposte operative, per dimostrare che la Legge 162 “modello Sardegna” è una buona prassi per le persone, per i diretti interessati ed è un comune patrimonio istituzionale.

A questo punto chiediamo all’assessore alla Sanità, sin dal 1° gennaio del prossimo anno, di convocare la Commissione Consultiva per il miglioramento della legge e, con il supporto di un tavolo tecnico a servizio degli Uffici della Direzione delle Politiche Sociali, che comprenda anche esperti dello stesso Comitato dei Familiari e degli Enti Locali, possa analizzare bene i dati ed effettuare la sperimentazione e simulazione virtuale di ogni cambiamento, per comprendere prima la ricaduta sui singoli progetti di vita delle persone e poter realmente apportare eventuali modifiche migliorative di tutto il sistema dei servizi alle persone con disabilità grave della Sardegna.

Il Comitato dei Familiari per l’Attuazione della Legge 162/98 in Sardegna segnala anche che si riunirà, mercoledì 29 dicembre a caqgliari (Salone della Chiesa di San Paolo, Piazza Giovanni XXIII, ore 16.30-18), per approfondimenti e discussioni. Per ulteriori informazioni: comitatofamiglie162@gmail.com.

Alla protesta in atto in Sardegna da alcune settimane, il nostro sito ha già dedicato, infine, i seguenti testi:
– Sardegna: si lavora in Regione, mentre Nuoro mobilita tutta l’Isola (cliccare qui)
– Nasce Mo.VI.D.A. a Nuoro (cliccare qui)
– Sardegna: dietro ai tagli vi sono persone in carne e ossa (cliccare qui)
– Quanto impegno per salvare i Progetti Personalizzati in Sardegna! (cliccare qui)
– Chiediamo subito di essere convocati dalla Regione Sardegna (cliccare qui)
– Quella per i progetti personalizzati è «una battaglia di tutta l’Isola» (cliccare qui)
– Dopo la prima vittoria, continua la mobilitazione in Sardegna (Comitato dei Familiari per l’attuazione della Legge 162/98 in Sardegna) (cliccare qui)
– Sardegna e progetti personalizzati: non è solo un problema di tagli (Alfio Desogus) (cliccare qui)
– Primi passi avanti in Sardegna (cliccare qui)
– Tutta la Sardegna in difesa di quei progetti personalizzati (cliccare qui)
– Cresce la protesta in Sardegna, ma anche la consapevolezza (Rita Polo) (cliccare qui)
– Sardegna: la mobilitazione continua (cliccare qui)
– Ma non si dovrebbe favorire la permanenza del disabile in famiglia? (FISH Sardegna) (cliccare qui)
– Non si può fare cassa sulla pelle delle persone con disabilità! (cliccare qui)
– Sardegna: non tagli, ma progetti personalizzati di maggiore qualità (Alfio Desogus) (cliccare qui)
– Sardegna: non è accettabile quel taglio di 25 milioni per i progetti personalizzati (cliccare qui)

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