Serra d’Aiello: chiudere sì, ma non certo in questo modo!

di Nunzia Coppedé*
E dunque la situazione dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello (Cosenza) - per anni denunciato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e dalla nostra testata come un vero e proprio "simbolo di diritti negati" - si chiude nel peggiore dei modi, con le Forze dell'Ordine che questa mattina hanno sgomberato la struttura, senza che sia ancora dato sapere la nuova destinazione delle tante persone ricoverate e senza alcun coinvolgimento delle famiglie, degli amministratori di sostegno, dei tutori e delle stesse persone con disabilità in grado di scegliere. Una storia di abusi e indegnità protrattasi per decenni, che solo negli ultimi due anni aveva vissuto una prima fase di dignità. Ma ora gli avvenimenti odierni hanno sgretolato anche quei tentativi di preparare un futuro migliore per le persone dell'Istituto. Davvero "una storia sbagliata", come l'avrebbe certo definita Fabrizio De André

«L'Orco» nel Parco dei Mostri di Bomarzo (Viterbo)Questa mattina alle 6 l’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello è stato occupato dalle Forze dell’Ordine, che ne hanno avviato la fase di sgombero.
Avevamo richiesto anni addietro, più volte, la chiusura di quella struttura per le condizioni di degrado in cui si trovava. E nonostante ciò, negli ultimi due anni – dopo l’avvio delle indagini e il sequestro dell’Istituto – molte cose erano cambiate. Erano stati intrapresi processi di deistituzionalizzazione e, benché la struttura non avesse tutti i requisiti e vi fosse assenza di risorse economiche adeguate, la qualità della vita delle persone ricoverate era migliorata. Ad ogni modo, tutti eravamo convinti che il loro futuro non potesse essere certo lì.
Il processo di deistituzionalizzazione puntava del resto a costruire prospettive mirate che facessero intravedere una nuova realtà caratterizzata da ambienti accoglienti in cui ricreare delle serene relazioni. All’interno di tale contesto, con la nomina di amministratori di sostegno scelti, molti dei quali impegnati nel mondo del volontariato, le persone ricoverate che non avevano famiglia o tutori avevano ritrovato un supporto e un punto di riferimento importante.
Sulla base di questa esperienza era nata ad esempio l’Associazione di Volontariato degli amministratori di sostegno, denominata “In direzione ostinata e contraria”, il cui impegno era quello di restituire dignità e diritti a chi per anni se li era visti negati.

Questa mattina, con una sorta di “golpe” che era nell’aria da più giorni, tutto ciò che era stato costruito, le speranze delle persone ricoverate e di coloro che si erano prodigati per un futuro migliore, si è sgretolato. E mentre le ambulanze trascinavano via “come deportati” le persone ricoverate, fuori dal cancello gli amministratori di sostegno, i parenti e tutti quelli a cui sta a cuore la vita e il futuro di queste persone, assistevano inermi, senza poter entrare, avere un contatto, dare un supporto alle persone, per non farle sentire sole e abbandonate.
Solo intorno alle 11 sono state loro aperte le porte dell’Istituto, ma molte delle persone ricoverate erano già state portate via, senza sapere esattamente dove.

La FISH Calabria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e le associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari ad essa aderenti, gridano indignati: «Questa è violazione dei diritti umani! Ed è inconcepibile che nel 2009, a pochi giorni dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, alcune di esse vengano umiliate in tal modo».
Intendiamo dunque denunciare il mancato coinvolgimento delle famiglie, degli amministratori di sostegno, dei tutori e delle persone stesse che sono in grado di poter scegliere, perché tale modalità di “sgombero”, che non ha ascoltato nessuno, ha violato i diritti umani e la dignità delle persone ricoverate.

*Presidente della FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

 

Con la lettura dei seguenti testi – nei quali il nostro sito si è occupato in questi anni dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello – si può avere un approfondito quadro storico e del contesto in cui si sono svolte le vicende della struttura calabrese:

– Serra d’Aiello: una bestemmia sociale, disponibile cliccando qui.
– La segregazione di Serra d’Aiello, disponibile cliccando qui.
– Serra d’Aiello: Nulla su di Noi senza di Noi, disponibile cliccando qui.
– Storia di abusi e indegnità, con coda paradossale, disponibile cliccando qui.
– Serra d’Aiello: arrivano gli arresti, ma continua la lotta, disponibile cliccando qui.
– Non ghetti, ma luoghi di vita, disponibile cliccando qui.
– Solo così si potranno veramente chiudere gli istituti, disponibile cliccando qui.
– Serra d’Aiello: un brindisi al cambiamento, disponibile cliccando qui.
– Serra d’Aiello: un anniversario, un’associazione e un percorso che continua, disponibile cliccando qui.
– Un altro indagato illustre per Serra d’Aiello, disponibile cliccando qui.
– Serra d’Aiello: si «sgomberano» i pacchi, non le persone!, disponibile cliccando qui.
– Che cosa non fa notizia a Serra d’Aiello, disponibile cliccando qui.

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